Per le squadre di provincia di tutta Italia incontrare la Juventus ha sempre rappresentato un momento particolare nella propria storia. E’ successo anche al Savona, a partire dai tempi pionieristici, quando i bianconeri, che pure avevano vinto uno scudetto nella stagione 1905, erano una delle tante squadre fra le altre che partecipavano al campionato del Nord Italia senza particolare lustro. Capitò così che nel 1921 la Juve scendesse a Savona per una gara amichevole e che al 20’ del secondo tempo la gara si interrompesse per consentire ai torinesi di raggiungere la stazione e salire sull’ultimo treno utile per rientrare in serata: l’indomani erano tutti attesa al lavoro o sui banchi di scuola. In realtà quindi tra il Savona e la Juventus si è disputata una sola gara ufficiale: quella “storica” di Coppa Italia, stagione 1966-67 in un “Bacigalupo” con oltre 20mila spettatori: gara teletrasmessa nella differita serale, telecronista Nando Martellini. Il Savona Club Bar Camagna di Valleggia era presente al gran completo in gradinata (lo scrivente tra questi) e lo possiamo affermare ancora con orgoglio. Il Savona, allora allenato da Ercole Rabitti (passò anni dopo alla Zebra), tenne bene il campo e illuse la tifoseria alla vigilia dell’esordio in Serie B dopo la cavalcata in Serie C alla guida di Manlio Bacigalupo. Prati, Spanio e Gilardoni arrivarono due mesi dopo ma non bastarono per evitare la drammatica e dolorosa retrocessione. In quella sfida da ricordare il duello anche verbale tra Valentino Persenda e Menichelli guizzante ala sinistra bianconera. Per il resto amichevoli anche di lusso e, in tempi più recenti, trasferte a Vinovo al giovedì con gli striscioni nella parte di sparring-partner della partitella infrasettimanale. Quando parliamo di quell’epica partita, parliamo di calcio vero, ed intendiamo quello di una volta, di tanti anni fa. Torniamo indietro di 57 anni e ricordiamo una gloriosa squadra ligure, il Savona, che purtroppo oggi naviga, reduce da diversi fallimenti, nelle retrovie dei campionati dilettantistici. Era il 4 settembre 1966, e gli striscioni erano stati promossi in serie B; la presidenza era di Fausto Gadolla, che purtroppo non si godette la promozione: infatti, al penultimo turno della serie C il Savona giocava a Valdagno, contro l’avversario per la promozione Marzotto; agli striscioni bastava un pareggio; Gadolla volle andare in panchina a seguire i suoi ragazzi, ma a pochi minuti dalla fine, sullo 0-0, la tragedia: il presidente si sente male per la tensione e nonostante i soccorsi muore poco dopo; non riuscirà a vedere gli striscioni in serie B affrontare l’anno seguente Genoa e Sampdoria. Torniamo alla cronaca sportiva. In Coppa Italia, il Savona neo promosso, con in squadra giocatori del calibro di Furino, Gittone e Fascetti (e per la B arrivarono anche un giovanissimo Pierino Prati e l’ex rossoblu Glauco Gilardoni) affrontò al Bacigalupo stipato sino all’inverosimile la corazzata Juventus. Erano in 20.000 a tifare striscioni, e tanti altri appesi ai cancelli esterni dello stadio… Già allora esistevano i portoghesi.Fu una partita vera, nonostante l’evidente disparità forse in campo.Si giocava per la Coppa Italia, partita secca.
E capitan Persenda e compagni tennero testa orgogliosamente agli avversari, che si chiamavano Anzolin, Salvatore, Cinesihno, Del Sol, De Paoli (suo il tap in al 95° che decise il match).
Ecco il tabellino dei biancoblù :
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