Il Mental Coach nel calcio: un viaggio affascinante nella mente dei giocatori

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La domanda è: la tua squadra ha problemi che vorresti far diventare opportunità per migliorarla? Se pensi di aver fatto tutto perfettamente ma alla tua squadra poi manca sempre qualcosa, se non riesci a guidare in maniera vincente e convincente tutte le componenti della tua squadra, frequentando una full immersion di due giorni con figure qualificate troverai le risposte a questa e a molte altre domande.
Prima Serata: Comunicalcio I poteri nascosti di un mister vincente
Seconda Serata: Il potere della mente
I lavori saranno svolti da:
Daniele Litterio (Sport Coach con certificazione Nlp; ha avuto, tra gli altri, docenti come Carlo Ancelotti e Christian Lattanzi, Mental Coach di Inghilterra e Manchester City. Portiere di calcio in Allievi Nazionali e Berretti con il Lanciano e allenatore di volley in Campionati Nazionali, ha lavorato con atleti di livello nazionale e internazionale di vari sport. Collabora con tecnici del Pescara Calcio e della Virtus Lanciano)
Riccardo Rossini (Docente di programmazione neuro linguistica. Da dieci anni svolge il ruolo di formatore in diverse aziende italiane; ha lavorato con formatori tra i più importanti al mondo, vantando uno dei pochissimi riconoscimenti come codificatore Facs per il riconoscimento delle microespressioni facciali).La figura del mental coach è sempre più centrale per gli sportivi d’élite. Anche perché, dopo anni di silenzio come se fosse un tabù, il benessere mentale degli atleti è diventato un argomento ricorrente. Per fortuna. I mental coach sono ancora corpi estranei al calcio, figure suppletive più che parte della squadra, chiamati a risolvere problemi temporanei, come un pronto intervento, anziché seguire un percorso di sviluppo di lungo periodo con i giocatori. Il calcio, soprattutto in Italia, non riesce a separarsi dalla dimensione materiale delle sue componenti, non riesce a venire a capo di problemi che non si possono vedere, non ha mai imparato a parlare di razzismo o di omofobia, fa fatica ad ammettere che la politica è già dentro lo sport professionistico: non possiamo aspettarci che sia in grado di trattare la dimensione psicologica con la stessa attenzione con cui si monitora un menisco, un legamento e tutto ciò che si può vedere da una lastra e toccare con mano.