A Mario Sconcerti il titolo ad honorem di Direttore Tecnico. Gravina: “Rende merito alla sua carriera”

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Durante l’ultimo Consiglio Direttivo svolto lunedì 17 aprile a Coverciano, il Settore Tecnico della FIGC ha deliberato ad honorem il titolo postumo di Direttore Tecnico a Mario Sconcerti, il giornalista e scrittore scomparso lo scorso 17 dicembre. Equiparato alla qualifica da allenatore UEFA Pro – che consente di guidare qualsiasi squadra, fino ai più alti livelli professionistici –  il titolo da Direttore Tecnico rappresenta quindi, nel campo della formazione, il massimo attestato calcistico. “Mario Sconcerti, con la sua professionalità e la sua qualità umana – ha sottolineato il presidente federale, Gabriele Gravina – ci ha fatto capire quanto sia forte il legame fra il giornalismo, lo sport, il racconto e il calcio. Questa, che è un’arte popolare, con lui è diventata una spiccata vocazione intellettuale. Questo titolo rende omaggio all’uomo, al giornalista, ma soprattutto alla sua carriera”. “Si tratta – ha commentato il presidente del Settore Tecnico, Demetrio Albertini – di un riconoscimento ad una persona che ha dedicato la propria vita professionale a questo sport meraviglioso; un professionista vicino alla parte tecnica, che anche nelle critiche è sempre stato costruttivo. Il titolo ad honorem ad un giornalista come Mario Sconcerti, che ha ricoperto anche un ruolo dirigenziale all’interno del panorama calcistico, contribuisce ad arricchire un tema a noi caro come quello della ‘contaminazione’, in una visione sempre più sinergica tra tutte le parti che compongono il nostro mondo”. Con Mario Sconcerti sono ottantacinque le persone che hanno ricevuto honoris causa il titolo di Direttore Tecnico. In questa lista è presente un altro professionista, come Giorgio Tosatti, che ha fatto la storia del giornalismo sportivo italiano. Vi sono inoltre personalità del mondo calcistico come – solo per citarne alcuni, in ordine alfabetico – Enzo Bearzot, Vujadin Boskov, Helenio Herrera, Nils Liedholm, Carlo Mazzone, Gigi Radice, Arrigo Sacchi, Giovanni Trapattoni, Renzo Ulivieri e Ferruccio Valcareggi.