Metti un pomeriggio al Riva

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GUGLIELMO OLIVERO

La sensazione che una squadra possa centrare un obiettivo importante la cogli non soltanto alla domenica, nei novanta minuti nei quali scorrono le sorti di una partita, anche se da soli rendono idea della qualità del gioco, del timbro del mister e della pacatezza della dirigenza. Il profumo di un’impresa lo noti se frequenti il Riva in un qualsiasi pomeriggio nei quali si svolgono gli allenamenti. Perché è in questi frangenti che noti come tutto procede per il meglio, con la squadra che si allena senza sbracature sotto lo sguardo attento di Buttu, mentre in panchina, sottovoce il presidente Marinelli conversa su ogni cosa, ma per favore non ditegli che è già pronta la festa per il salto di categoria. Poi i dirigenti, con il saggio Viviano Rolando, che capisce il talento di un giocatore a mille chilometri di distanza. Un clima serio ma  nel quale c’è spazio per ridere, scherzare e anche per parlare dei problemi quotidiani . Quella che si definisce una squadra, dentro e fuori del campo e che desidera rimanere unita fino al raggiungimento di un obiettivo che rappresenta una nuova pagina di storia per l’Albenga. In fondo traguardi importanti l’Albenga gli aveva già toccati, ma quanto tempo è passato. Chi scrive era un giovane cronista di provincia che commentava le partite, prima di andare a condurre in studio e lasciare il commento ad Albenga a Maurizio Fico, Antonio Gallizia e mio padre Mario Olivero. Mi sono voltato sulla tribuna mentre parlavo con Marinelli, e mi è sembrato di vederlo unito quel trio. Ma poi sono tornato a guardare il Riva dove mi accorgo che mancano ancora tanti striscioni e cartelli pubblicitari e mi domando cosa aspetti la nostra imprenditoria ad investire ed avere un ritorno di immagine. Dai, si tirino fuori i quattrini e non si contesti chi sta facendo i salti mortali per realizzare un sogno.

Nella foto mister Buttu, ad un passo da portare l’Albenga in D