Sono trascorsi trentuno anni da quel 23 giugno 1991, giorno in cui nella lontana Locri il Savona si aggiudicava il prestigioso trofeo della Coppa Italia Dilettanti.
Eravamo al centro di un momento magico per il calcio ligure: avversaria dei bianco blu, infatti, in quella finale era stata la Sestrese e negli stessi giorni la Sampdoria conquistava lo scudetto e il Genoa, dopo molte stagioni di oblio, con il quarto posto entrava nel lotto delle Coppe Europee.
Era il Savona presieduto da Enzo Grenno, allenatore Luigino Vallongo. Una società condotta con grande oculatezza e capacità nella scelte organizzative e tecniche che, nella stagione successiva 1991-92 (allenatore Corrado Orcino, enfant du pays di rara qualità umana e tecnica) avrebbe mancato la promozione in C2 soltanto per mera sfortuna (la “lotteria dei rigori” nello spareggio di Casale giocato contro l’Oltrepo). Un Savona che era in grado di vincere e di entusiasmare come da tempo non accadeva.
Veniamo, però, alla Coppa Italia 1990-91. Partecipanti circa 900 squadre.
La Coppa Italia è uno strano torneo, a tutti i livelli, dalla Serie A alle altre categorie: quasi tutte le squadre partono per onore di firma, magari schierano i rincalzi, poi quando le fasi eliminatorie si “restringono” allora gli scontri diventano ad alta tensione: tutti ci tengono a vincere. Andò così, in un qualche modo, anche a quel magnifico Savona.
La Coppa Italia 1990-91 si avviò, per quel che riguardava la fase interregionale, giovedì 23 agosto 1990 sul campo di Ventimiglia. Gli striscioni superarono più agevolmente di quanto non dica il punteggio (1-0) i giallo-rossi locali. Sei giorni dopo i biancoblu sono di scena in quel di Pinerolo, dove un botta-risposta alla metà del primo tempo fissa il risultato in un salomonico pari.
Domenica 2 settembre 1991 va ricordata come una giornata di gloria: gli striscioni si dimostrano assai avanti nella preparazione e, alla prima uscita sul terreno amico del “Bacigalupo”, strapazzano l’Intermonregalese sotto il pesante passivo di 5-1. Tre giorni dopo scende in Riviera la Saviglianese: agli avversari del Savona basta un punto per qualificarsi assieme ai padroni di casa. Un pari scritto (1-1) e la strada resta spianata.
Il secondo girone di qualificazione comprende Sammargheritese e Valenzana. Il primo turno coincide con un momento delicato, di grande importanza, per l’intero sviluppo del torneo.
Si tratta, infatti, di scendere al “Broccardi” di Santa Margherita Ligure, campo tutt’altro che agevole, in una fase topica di un campionato avviato poco felicemente. La dirigenza savonese decide di risparmiare i titolari e di impegnare nella trasferta buona parte dei giovani rincalzi, allora diretti proprio da Corrado Orcino.
La grande impresa si verifica nella serata di giovedì 27 settembre 1990: una doppietta di Mulonia pone i biancoblu al riparo dal ritorno degli arancioni guidati dall’ex D’Agostino. A quel punto si comincia ad assaporare qualche sogno di gloria. Giovedì 1° novembre 1990 un goal del nuovo acquisto Palagi elimina la Valenzana. Un altro significativo passo avanti
Parte la giostra degli scontri ad eliminazione diretta, andata e ritorno. L’avvio è amaro: al “Puchoz” di Aosta la squadra, nella quale trova posto per mezz’ora il fantasista Barozzi, cede nel finale per 2-1. Ma tutto può ancora succedere nella gara di ritorno. E così è. Al Bacigalupo suona un’altra musica: i rossoneri valligiani sono travolti per 3-0, grazie ad una prova super di Gatti e Barozzi, due giocatori di grande qualità.
Negli ottavi di finale tocca ai piemontesi del Giaveno diretti dall’ex-novarese Manzin. La qualificazione è assicurata fin dall’andata con il 2-0 conseguito al “Bacigalupo”: nella gara di ritorno è sufficiente amministrare la sconfitta con il minimo scarto.
Arrivano i quarti di finale e lo scontro si fa particolarmente duro. Il Savona trova sul cammino la Pistoiese, che sta dominando il campionato. Sono così in molti a pronosticare l’eliminazione dalla Coppa. Ma gli striscioni di Vallongo hanno la pelle dura.
La partita di andata si svolge in terra toscana. I padroni di casa strappano il successo grazie ad un goal di Peselli (futuro biancoblu). Tutto è ancora possibile. La partita di ritorno vede un Savona sicuro, in crescita, che si dimostra in grado di disporre della partita: 2-0 secco, secco, grazie ad una doppietta di Gatti che vale il passaggio del turno.
La semifinale si rivela una vera e propria “cavalcata delle valchirie”: il punteggio complessivo, che elimina i bresciani del Darfo Boario, è di 6-0, con un 4-0 in trasferta che parla da solo. Ora manca solo il grande passo.
La finale della Coppa Italia interregionale mette di fronte Savona ed Avezzano. Gli abruzzesi, diretti dall’ex-romanista e veronese Petrelli, hanno vinto il loro girone di campionato con un punteggio record e si presentano con le carte particolarmente in regola.
La prima gara si svolge al “Bacigalupo” su di un terreno allentato per la pioggia: il Savona spinge ma non passa e lo 0-0 finale lascia tutto in pregiudicato per la partita di ritorno.
Il giorno decisivo cade di mercoledì, 12 giugno 1991: il risultato non si sblocca neppure sul campo abruzzese. L’Avezzano fallisce un penalty nel finale e tutto viene demandato alla giostra dei rigori: il Savona vince per 6-5 ed è giusto affermare che il premio definitivo tocca alla squadra dimostratasi sicuramente la più meritevole.
Ma non è finita. Resta ancora da conquistare il titolo assoluto della Coppa Italia Dilettanti, tra la squadra vincente della categoria Interregionale e quella vittoriosa nella categoria di Promozione. Il successo, in questo settore, è toccato, inaspettatamente, ad un’altra squadra ligure: la gloriosa Sestrese.
Biancoblu e verdestellati sono così chiamati a confrontarsi in campo neutro, in quel di Locri, lontano più di 1.000 km da casa. Si tratta di una sede inedita per un derby di lunghissimo corso (Savona e Sestrese, ad oggi, si sono affrontate per 32 volte in campionato a partire dalla stagione 1919-20), una sfida che ha visto in passato le sue sedi più significative in via Frugoni, corso Ricci, via Chiaravagna (un terreno, quello “antico” della Sestrese prima del trasferimento a Borzoli, che assomigliava molto alla savonese “Valletta”).
Il Savona, pur privo di Barozzi squalificato, domina la gara: va in vantaggio alla mezz’ora con Gatti che sfrutta un errore di Mieli; contiene gli assalti degli avversari e nel finale li trafigge definitivamente con un altro goal del suo cannoniere.
È il momento del trionfo; la grande affermazione cercata da tanti anni.
Il clan biancoblu è in festa soprattutto perché si tratta del frutto di una rinnovata organizzazione societaria che con l’avvento della presidenza Grenno era cresciuta fino a far ritornare il sodalizio biancoblu in prima fila. Una impresa insperata visto il punto di partenza di qualche anno prima, meritato risultato di un tenace lavoro e di grandi sacrifici da parte di tutti ma soprattutto di Enzo Grenno e della sua famiglia.