Appesi all’esito dell’ultima gara. Si poteva e si doveva fare meglio

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Era stata annunciata in pompa magna la stagione del riscatto da parte del club vadese e invece, sempre che sia ancora vigente nel nostro ordinamento il legittimo ed irrevocabile diritto di contraddittorio delle tesi, siamo a dire che così non è stato. Non c’erano fin dall’inizio i presupposti per fare peggio e questo mi pare evidente. Dopo due retrocessioni consecutive ed altrettanti miracolosi ripescaggi, migliorarsi era il minimo sindacale da raggiungere. Per taluni sarebbe bastato semplicemente cambiare la guida tecnica, vale a dire Luca Tarabotto con Matteo Solari. Per altri intervenire a livello apicale con dei correttivi, vedi il subentro di Olivieri a Battiston. Infine c’era chi sosteneva che affidarsi ad uno zoccolo duro di giocatori di esperienza comprovata avrebbe da solo risolto tutti i problemi. Ed invece nonostante tutto, per il terzo anno di seguito, la salvezza non è ancora acquisita ed occorrerà attendere il risultato finale del match in programma domenica 15 al Chittolina contro i sorprendenti e giovanissimi corsari del Sestri Levante di Fabio Fossati (l’ex nobile di turno) per avere la certezza di rimanere in categoria. A sentire i proclami e la “propaganda” ( l’informazione corretta è decisamente e fortunatamente un’altra cosa) si pensava convintamente di centrare i play off, impresa non certo impossibile (specie a giudicare dal budget a disposizione) se si pensa che a giocarseli è ancora la Caronnese sino a poco tempo fa considerata una possibile retrocedente. Occorrerà invece fare almeno un punto per mettersi in extremis al sicuro. Continuare nella ritrita nenia dei 47 conquistati oltre che stucchevole è persino deleterio in quanto se c’è chi ne ha fatti 44 vuol dire che le 4 che stanno dietro hanno da sole fornito un tesoretto di 18/20 punti pari da solo alla metà del Pil totalizzato. Avendo strutture di prim’ordine, risorse economiche quasi illimitate, un settore giovanile ipercompetitivo, 13/14 calciatori in convitto (fra cui il vice capocannoniere del torneo Aperi), non essere ancora salvi, dal nostro punto di vista ( e non solo nostro : il gruppo è foltissimo, tifosi compresi) rappresenta una sorta di ennesimo “fallimento”. Sperando di non dover disputare i play out avremo modo di esaminarne i perchè, visto che più di una volta durante lo svolgimento del campionato abbiamo cercato “costruttivamente” di mettere in luce le criticità. Personalmente, chiamo fuori dal contesto l’operato del patron Franco Tarabotto che come sempre, fatto salvo gli inevitabili errori di valutazione a cui per troppo fervore è abbonato e l’infruttuosità atavica di vari investimenti dovuta alla non eccelsa competenza calcistica (a cui potrebbe supplire affidandosi a staff più competitivi), pare alla stregua di “un uomo solo al comando” battersi con tutte le sue forze per la causa. Leggo in questa direzione anche l’approccio con il pianeta Spinelli che mi auguro dia buoni esiti, perchè di un Vado con più prestigio e partnership di lusso, la nostra vituperata provincia ne ha un gran bisogno. Per il resto la paternità del “flop” descritto la suddivido tra gestione tecnica e direzione sportiva. Impensabile non ravvisare le responsabilità del mister (all’esordio in D) specie negli scontri diretti in trasferta con le antagoniste. Non bastasse aver pareggiato a Fossano, si è perso ad Asti e soprattutto lo scorso turno con l’RG Ticino (un secco 2 a 0 che porta in vantaggio i lombardi nel doppio confronto). Nelle 9 partite fuori casa del girone di ritorno il Vado ha maturato 5 punticini sui 27 realizzabili segnando la miseria di 2 reti 2, ed incassandone 12, il che credo la dica lunga circa lo schieramento tattico scelto che risulta chiaramente inadeguato. Anche il terzo round di mercato ha fortemente deluso, perchè se a dicembre si era ben puntellata la difesa con Brero e Tinti, a gennaio gli arrivi di Napolitano e Quarta non hanno per nulla convinto. Luci (poche) e ombre (diverse, per non dire molte) che puntellano la tornata 2021/22 che non rimarrà negli annali societari come una produzione doc.Il sipario sta per calare. Speriamo bene!