Polvere di stelle made in Germany

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Fu una bellissima esperienza quella vissuta dagli allenatori/collaboratori designati dal Settore Tecnico della FIGC che si erano riuniti nell’estate del 2014, ospiti della società tedesca FC Bayern Monaco, per condividere nuove tecniche e metodologie di allenamento, nonche’ un bel meeting orientato a comprendere le innovazioni gestionali ed organizzative che facevano del “modello teutonico” il format top in voga al momento in campo internazionale.Tutti gli istruttori federali (rappresentanti 5 regioni del Nord-Italia) arrivarono nella serata di Domenica 31/08 al Westin Gran Munchen  Arabellapark di Monaco e lasciati i bagagli in albergo, dopo una cena veloce, furono subito condotti alla cittadella sportiva di Sabener Strasse, centro di allenamento e formazione di tutte le squadre del Bayern Monaco dai Pulcini fino alla Prima Squadra. Nella mattinata e nel pomeriggio di Lun.1 e Mart.2 Settembre la comitiva tecnica aveva assistito alle sedute di allenamento delle squadre giovanili (dai Primi Calci fino alla Primavera), girando liberamente all’interno di tutto il complesso dalle 9.00 fino alle 18.00 circa. Per concludere Merc.3/09 alle 10.00 il Responsabile del Settore Giovanile del Bayern Monaco, Mister Werner Kern, li accolse nell’apposita sala conferenze e convegni, arredata con modernissime attrezzature di comunicazione e funzionale alle analisi computer-based del personale di coaching/scouting, per raccontare l’organizzazione strutturale del Settore Giovanile ed infine per disquisire sulle nuove metodologie di allenamento. Al termine, dell’incontro inoltre rispose con estrema disponibilità e simpatia alle varie domande e curiosità sorte. Diverso tempo fu dedicato alla visione diretta delle partite che si erano giocate nel piccolo stadio poco distante dal Bayerishe Pointe per chiudere degnamente il breve soggiorno prima di ripartire i nostri avevano potuto perlustrare l’Allianz Arena con tanto di visita guidata. Al selezionatore provinciale delle rappresentative giovanili di Savona Felicino Vaniglia di ritorno dall’interessante meeting avevamo chiesto impressioni e curiosita’.
La Germania sta per aprire un ciclo vincente come e’ successo per la Spagna tra il 2008 e il 2012? 
“Credo obiettivamente di si. Il gruppo della nazionale appena laureatosi campione del mondo è molto giovane e la mentalità è quella giusta. Un top player come Muller per esempio ha solo 24 anni e potrà giocare almeno altri due mondiali da protagonista assoluto. Le basi per creare un ciclo vincente ci sono tutte ma bisognerà seguire la strategia e la programmazione che , via Bayern, ho appena terminato di ammirare”.
“Puntare sui giovani”, uno slogan facile: ma come si traduce in realtà?
Tanti sono i modelli da seguire che già esistono e si chiamano Spagna, Francia, Inghilterra ma soprattutto Belgio e Germania, dove hanno trasformato delle nazionali anziane e prive di talento in squadre spumeggianti e giovanissime. Una cosa è certa: i giocatori stranieri c’entrano poco o nulla con i mali del calcio italiano.
Le squadre italiane sono in crisi a livello delle nazionali giovanili  perché in Serie A giocano troppi stranieri. Ne siamo proprio sicuri? In realtà, i problemi di tutto il movimento calcistico nazionale – nascono da lontano e si possono riassumere in due parole, due doti di cui dirigenti e allenatori del nostro Paese sono privi: coraggio e visione di sistema. Sarebbe riduttivo sotto questo profilo definire “riforma” quella attuata da Belgio e Germania. Si è trattato di un lungo e difficile processo di integrazione tra federazione e club, tra dirigenti e allenatori, tra allenatori federali e allenatori di club. Stranieri, un falso problema. Meno stranieri, più italiani. Uno slogan protezionistico, un po’ vintage. Uno slogan vuoto, smentito dai fatti e dai numeri. Riprendiamo il filo conduttore : il paragone con il calcio tedesco e belga. In Bundesliga e Jupiler League continuano a sbocciare giovani talenti fatti in casa e, pensate, in questi due campionati non è stato posto alcun limite ai calciatori extracomunitari.
Il modello del calcio tedesco può ispirare anche l’Italia? Qual’è la ricetta per rilanciare il nostro calcio?
“L’Italia deve cercare di ispirarsi al modello tedesco, che va per la maggiore, integrandolo con il proprio ricco patrimonio di conoscenze e confidando in un implemento delle strutture e degli investimenti a livello dei vivai. Per fare questo servira’ un grande aiuto da parte della Federazione perchè altrimenti non si arrivera’ da nessuna parte. In Germania non è stato solo il Bayern Monaco che ha trovato la formula giusta per puntare sui giovani. E’ stata la Federazione a creare dei centri federali dislocati sul territorio, ad aiutare con fondi importanti le squadre più deboli dandogli la possibilità di investire nei settori giovanili. Cosa ancora più importante, la Federazione si e’ assicurata per il tramite di organismi di controllo  che questi investimenti venissero fatti sul serio”.
La Federazione quindi ha un ruolo centrale ? 
“Certamente si. Non solo per quanto riguarda l’investimento economico e la tutela sui giovani ma anche per la patrimonializzazione delle società di calcio. Bisogna dare la possibilità di costruire stadi e infrastrutture che diano valore ad una club. Senza di questo la società è come se non avesse valore e diventa difficile competere ad alti livelli ma anche progettare nel futuro. Sono degli interventi radicali ma che in breve tempo possono rilanciare il nostro calcio portandolo nuovamente al livello che le compete”.
Nella sua gestione tecnica delle rappresentative, si ispirerà al modello tedesco?
“L’obiettivo è quello di portare avanti tanti giovani che possa esordire in prima squadra e perche’ no, nel calcio professionistico. Non ha il trascorso e le possibilità economiche delle grandi società ma può fare bene. In Italia squadre come Empoli o Roma per fare un esempio, portano molti giovani in prima squadra e questa è la dimostrazione che anche da noi si può fare bene. Cosa ancora più importante, in società non si guarda al risultato ma alla crescita globale dei ragazzi e del settore giovanile. Sono molto entusiasta di questa nuova sfida e ci sono le premesse per fare molto bene”.