MILANO- Si è chiusa ormai la stagione ciclistica tradizionale ed anche se mancano ancora 6 corse a tappe di minor importanza (si tratta dei Giri di Tailandia, Ecuador, Sahel, Nicaragua, Malesia e Costa Rica) è già tempo di fare un bilancio per il ciclismo italiano. Ai grandi successi provenienti dalla Pista (alle Olimpiadi, ai Mondiali ed agli Europei) non sono corrisposti altrettanti allori dalla Strada. Tuttavia l’annata si chiude con il ciclismo italiano che è riuscito comunque a conservare il primato (che detiene ininterrottamente dal 2014) del movimento che ottiene il maggior numero di vittorie, a livello professionistico. In questa stagione sono state ben 92. I successi più prestigiosi sono venuti dal campione italiano (il 20 giugno ad Imola) Sonny Colbrelli, vincitore della Parigi- Roubaix e da Filippo Ganna al mondiale Crono. Dietro all’ Italia in questa particolare classifica ci sono Francia (88), Olanda e Belgio a 76, Germania 47; Colombia 46, Gran Bretagna, 43, Spagna 40, Danimarca e Slovenia a 32.
Il Giro di Edgar Bernal ha visto la straordinaria impresa di Damiano Caruso, che nel suo palmares aveva già un secondo posto al Giro dello Svizzera, e che ha chiuso sul secondo gradino del podio, pur avendo iniziato la corsa rosa con l’incarico di fare il gregario a Landa.
A livello individuale i plurivincitori stagionali sono stati Tadej Pogacar, Primoz Roglic e Wout Van Aert con 13 successi. A seguire Cavendish (10), Philipsen, Merlier e Demare a 9, Colbrelli, primo degli italiani, insieme ad Evenerpoel e Van der Poel ne ha ottenuto 8.
Gli altri italiani plurivincitori sono stati Elia Viviani (con 7), Filippo Ganna (6), Diego Ulissi e Filippo Zana (4), Davide Ballerini, Giacomo Nizzolo, Lorenzo Fortunato, Gianni Moscon e Filippo Baroncini (3),
Jakub Mareczko, Damiano Caruso, Vincenzo Nibali, Gianluca Brambilla, Giovanni Aleotti, Mirco Maestri, Andrea Vendrame, Riccardo Ciuccarelli ed Andrea Guardini, tutti con due successi.
Meno rosea invece la situazione se andiamo a vedere la classifica individuale nella quale guida Pogacar (3656 punti) davanti a Roglic (2803), Van Aert (2780), Alaphilippe (1874) e dove il primo italiano è ancora Colbrelli, quinto a 1823 punti. Per trovare gli altri nostri migliori ciclisti bisogna scendere al 26° posto dove c’è Giacomo Nizzolo (988 punti) ed al 31° (Trentin), 32°(Caruso) e 33° (Ulissi).
Dolorosa la situazione nella classifica per Nazioni, che somma i punteggi ottenuti dai vari ciclisti, qui c’è in testa il Belgio con 10.921 punti davanti alla Francia (9344), Slovenia (8929), mentre l’ Italia è solo quarta con 8.855 punti, davanti a Olanda (7546), Gran Bretagna (7518), Spagna (6674), Danimarca (6368), Colombia (5957) e Australia (5483).
Fra i successi più importanti ottenuti quest’anno, oltre alla Roubaix, al Campionato Europeo di Colbrelli ed al mondiale di Ganna, ci sono la Veneto Classic con Samuele Battistella ed il Mondiale Under 23 di Filippo Baroncini: due giovani promesse e futuri campioni?
Un po’ meglio è andata nelle gare a tappe (anche se abbiamo fatto poco nei quattro grandi Giri: Italia, Francia, Svizzera e Spagna). Gli italiani hanno vinto il Giro di Sicilia (con Vincenzo Nibali), il Giro del Benelux (Sonny Colbrelli), la Settimana Ciclistica Italiana (Diego Ulissi), il Tour des Alpes Maritimes et du Var (Gianluca Barmbilla), l’ Adriatica Ionica Race (Lorenzo Fortunato), il Sibiu Cicling Tour (Giovanni Aleotti), il Sazka Tour e la Corsa della Pace (Filippo Zana),
Per il 2022 la speranza è quella di trovare l’ erede di Vincenzo Nibali il campione siciliano che negli ultimi anni è stato l’unico a darci soddisfazioni nelle corse a tappe. Chissà che Damiano Caruso, dopo la bella performance al Giro, non sia il personaggio giusto: speriamo che dopo tanti anni di gregariato possa esplodere come capitano e campione.
CLAUDIO ALMANZI