Gli ombrelli per le grandi del calcio

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Diversi lettori, che ringrazio con affetto, hanno commentato, con legittime critiche, il post di martedì nel quale chi scrive sosteneva come fosse anacronistico che la Nazionale campione europea in carica rischi, per la seconda volta consecutiva,  di non partecipare ai Mondiali e questo per lasciare spazio a squadre africane o asiatiche destinate, anche se non tutte, a uscire presto di scena. Il mio amico Paolo notava che con questo ragionamento si lascia poco spazio ai sogni che per la verità  nello sport professionistico sono morti da un pezzo. Vero, anche chi scrive la pensa parzialmente così: certo è bello pensare che un domani una squadra poco blasonata possa davvero far sognare. Gli esempi del resto non mancano ad iniziare dalla Danimarca del 1992 che vinse un titolo europeo dopo essere stata chiamata in extremis per sostituire la morente Jugoslavia. E poi il Leicester di Ranieri o il Verona di Bagnoli e altre imprese in diverse discipline.  Il fatto però  è  che oggi lo sport è  diventato un grande business dove, piaccia o non piaccia, girano investimenti, posti di lavoro e a volte anche qualche punto di Pil. Ecco allora perché,  pur avendo ancora una visione romantica del calcio, è  necessario fare questi conti. Una eliminazione dal Mondiale della nostra Nazionale,  inciderebbe su sponsor e economia. La RAI, che ha acquistato  i diritti dei Mondiali, perderebbe investimenti milionari come del resto i giornali che si sa aumentano le tirature per i grandi eventi. Fonti di Sky dicono che alcuni dirigenti si son messi la mano nei capelli per la qualificazione in Champions dell’Atalanta che non garantisce abbonamenti. A Dazn si insiste su ridurre il numero delle squadre di A perché  mal sopportano incontri per pochi intimi, vedi Empoli- Venezia per fare un esempio. Si, certo una visione cinica ma se nei grandi eventi vengono meno le squadre che assicurano audience, crolla tutto il sistema. E allora qui non si tratta di diminuire i diritti delle piccole, ma tutelare le grandi, sotto un ombrello che garantisca a chi investe di avere un ritorno.