Quando dici Eddy Merckx vengono in mente ai savonesi due cose : il soprannome “Il cannibale” e il 2 giugno 1969 quando il belga, dopo la tappa che si concluse a Savona venne trovato positivo al doping. Ora del primo dato ricordiamo diversi momenti di quelle 1852 corse che il grande campione ha vinto, ricordiamo la sua ingordigia che lasciava briciole agli avversari, su tutti il compianto Felice Gimondi. Riavvolgendo il nastro lo vediamo trionfare ai suoi cinque mondiali, al Tour, alla Milano-Sanremo e accompagniamo le sue fatiche con il ricordo di Adriano De Zan che fu cantore di quei momenti di gloria. Ricordiamo invece tutto, noi che abbiamo ormai quasi esaurito l’album dei ricordi, di quel 2 giugno 1969, forse perché eravamo a casa per la Festa della Repubblica ed in quei tempi mica si tenevano aperti i supermercati per queste ricorrenze. Ricordiamo quel Processo alla Tappa allestito da Sergio Zavoli per la squalifica di Merckx a Savona, accusato di aver usato sostanze dotate, i suoi pianti, i commenti di grandi firme del giornalismo, da Enzo Biagi a Indro Montanelli. Tutto ricordiamo di quel giorno e noi sportivi del savonese siamo quasi orgogliosi che il Cannibale abbia accusato dalle nostre parte quel brutto colpo. Perché se da ogni angolo del mondo si recita la filastrocca delle sue imprese almeno qui da noi possiamo raccontare altro. E non e’poco.