Lo scudetto dell’Inter profuma di “volontà”

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Al termine di un girone di ritorno da stratosfera, alla fine il percorso è arrivato al suo compimento, ma attenzione ai termini perchè va ribadito che non è giunto al termine ma al suo compimento, perché la strada da fare è ancora lì davanti alla squadra nerazzurra che da questo scudetto numero 19 vuole ripartire per continuare la sua corsa verso altri successi, quelli che in questa stagione le sono stati negati a livello internazionale. E’ ovvio che per l’Inter e per Conte lo scudetto di questo 2021 è insieme un punto di arrivo e un punto di partenza. La fame di vittorie del tecnico leccese non lascia spazio a dubbi, lui vuole vincere ancora e ancora. Ma ora è il momento di godere di un trionfo che a inizio anno sembrava una chimera, non tanto per le potenzialità della “macchina” Inter quanto per l’alone di mistero che aleggiava su Appiano Gentile.Ma, come la pazza storia nerazzurra insegna, l’incredibile è diventato prima possibilità poi realtà. La miccia è stata proprio l’eliminazione dalla Champions e l’ultimo posto nel girone, un colpo basso che ha risvegliato la voglia di rivalsa di tutto il gruppo. La squadra si è compattata e da quel momento non ha più sbagliato nulla : 8 vittorie di fila, una pausa presa contro Sampdoria, Udinese e Roma prima di surclassare la Juve e infilare altre 11 vittorie consecutive, 2 pareggi a Napoli e Spezia per poi ritrovare i 6 punti scudetto contro Verona e Crotone.Inter Campione d’Italia! Se si pensa a cosa provavano gli interisti solo 5 anni fa prima dell’arrivo di Suning non si ci crede : smarrimento, tristezza, speranze spesso gettate al vento e acquisti estivi da brividi. Dieci anni di attesa con il ricordo dell’Inter di Mourinho vincente svanita sotto le foto del “Triplete”. Ma Conte ha rivoluzionato il mondo Inter e con la sua maestria, la sua professionalità, la sua passione e la sua fame ha riportato i nerazzurri dove agognavano di stare, lì in vetta, lì davanti a tutti. Conte ha ribaltato il mondo in due anni. Una marcia quella nerazzurra da carro armato, da caterpillar. Ora c’è spazio solo per “gongolare”, solo per gioire di questa squadra che ha negli occhi una luce diversa, la consapevolezza di chi ha capito il proprio potenziale, di chi non ha più paura del momento topico, di chi sa che può essere più forte del proprio avversario e delle avversità che nel calcio, come nella vita, possono capitare.Questo scudetto è di Conte, della sua incredibile squadra in cui “tutti” sono stati importanti. Un gruppo solido, forte, pieno di sorrisi e abbracci, una famiglia quest’anno più che mai. Conte ha creato un’armata che non si è più fermata dopo l’ultima battaglia persa contro lo Shakhtar. Ma lo scudetto è anche di chi Conte lo ha voluto, cercato, sedotto e alla fine ingaggiato: Zhang. Il presidente “ragazzo” come lo chiama qualcuno, ha sempre avuto le idee chiare, il suo “schiacceremo tutti!” ha fatto sorridere molti avversari soprattutto dopo l’inciampo europeo, ma alla fine ha avuto ragione. In 5 anni ha portato l’Inter dal settimo posto allo scudetto, ha preso il miglior allenatore in circolazione, il miglior dirigente italiano (Marotta ovviamente), ha preso molti giocatori forti facendo comunque uscire l’Inter dalla trappola del FFP che da anni ci attanagliava l’ambiente, e ha portato il brand Inter in un’altra dimensione che guarda al futuro.Questo scudetto è anche del dg Marotta, un numero uno capace di gestire anche le situazioni più complicate per arrivare all’obiettivo, è di Ausilio che si è defilato ma è sempre stato protagonista, è di Zanetti che è il simbolo dell’Inter vincente e dell’amore per questi colori ed è di Oriali che, guarda caso, quando l’Inter vince c’è sempre e un motivo ci sarà.Forza Inter dunque! Onore ai Campioni d’Italia!