“Spesso le delusioni sono legate alle aspettative. E ancora più spesso le aspettative sono legate ai desideri. Se si riescono ad avere aspettative adeguate alla realtà delle cose e il meno possibile legate solo ai nostri desideri, anche le delusioni saranno minori, sia come numero sia come intensità”. Inizio da questa frase tratta dal libro dell’autore de “Il lato oscuro della luna” (Stefano Nasetti) per approfondire lo storytelling del momento e cercare di dipanare la matassa venutasi a creare in casa Vado, ennesimo capitolo della saga tarabottiana. Cercherò di non avvalermi del “norreno”, l’antica lingua scandinava con cui si raccontavano i primi viaggi vichinghi e le faide delle dinastie islandesi, anche se l’humus da cui attingo si presterebbe alla bisogna. Ma mi atterrò alla realta’ dei fatti (il giochino delle legittime seppur non condivisibili opinioni, lo lasciamo all’illusionistico prestigio del mister Cottafava), vale a dire a quella dura legge che il tempo come una lente ne rende più nitida la visione. Il sentito derby perso contro un ottimo Ligorna, va infatti al di là della mera sconfitta che nello Sport ed in particolare nell’imprevedibile Calcio, ci può sempre stare, ma rappresenta invece, e a tutto tondo, il fallimento di un progetto tecnico. Faccio fatica a non concordare con le affermazioni fatte a caldo del presidentissimo in sala stampa, il quale ha esordito ponendo ai giornalisti (ribaltando per una volta il piano prospettico) una semplice ma ben precisa domanda :” Vorrei che mi spiegaste come abbiamo giocato, perchè io non l’ho capito!”. E ben diversamente faccio molta, ma molta di più fatica, ad accogliere i tentativi di depistaggio del coach, che a parer mio (come direbbe un buon giudice) aggravano ulteriormente la sua posizione, forse anche oltre le sue colpe. Vendere come molto buona, se non ottima, la prestazione della sua squadra, distinguendola dal risultato non ottenuto, procura l’effetto di “tirare al cimento”. Sarà stato pure, solo “il canto del Cigno” (lo scrivo con la maiuscola perchè francamente nel suo soggiorno atto primo e secondo al Chittolina non ha certo brillato per modestia ed empatia), ma noi, che magari qualche partita l’abbiamo vista (senza nessuno che volesse spiegarcela diversamente da come si è svolta), non accettiamo attentati alla nostra intatta e lucida memoria. Non è da adesso (troppo facile sparare sulla croce rossa) che su queste puntuali pagine (lascio giudicarne ai lettori, qualità e competenza) veniva costantemente segnalato che prima o poi la festa sarebbe finita. Troppo bello super capitalizzare i gol a grappoli di Vita. Troppo scontato incassare il solito gol ospite. Nel pieno della lotta al vertice (ecco affiorare il “mare agitato” del titolo dell’articolo) sono emersi i limiti di “lettura gara” del timoniere, leggasi beffa del Chisola al 92°, asfaltatura da parte della capolista Bra (3 a 0 al 39° del primo tempo), ribaltone della Cairese con l’ex Oubakent, per giungere all’ultima “passata” (perchè è di questo si parla) che è costata la panchina. Un punto sul proprio terreno sui 12 a disposizione. Ecco : la matematica, caro Mister, non è un’opinione soggettiva. Mentre saper nuotare quando il mare si muove tumultuoso significa: con il Chisola non togliere Vita in grande forma e soprattutto rimanere a due punte a 5° dal termine non mettendosi in 4-5-1; con il Bra assumere un atteggiamento inizialmente più guardingo non schierando il tridente; con la Cairese difendere il vantaggio togliendo una punta e mettendosi in 4-4-2 per proteggere il lato sinistro da cui guarda caso nascono costantemente i guai; infine con i genovesi di Pastorino evitare in primis di disporsi a specchio ma soprattutto che Cericola (unico attaccante pericoloso) transiti sulla scia del giovane Prisco. A termine intervista, domenica, Cottafava ha ritenuto “viziata” (senza spiegarne il senso compiuto del termine) la considerazione di coloro che giudicavano “opaca” la prova fornita (riferendosi probabilmente alla sua, più che a quella dei giocatori). Dal mio punto di vista credo che invece siano stati sin troppo magnanimi a giudicare da quanto scrisse su Toro News il collega Roberto Ugliono (Social Media Manager e responsabile redazione settore giovanile) al termine della breve e sfortunata reggenza Cottafava (stagione 2020/21) in seno alla Primavera del Torino (15 partite: 3 vinte, 4 pareggiate e 8 perse) terminata con l’esonero ed il ritorno di Coppitelli: risultati di basso livello, guida fallimentare, gioco spesso risultato assente, identità tattica della squadra mai pervenuta, crescita individuale dei giocatori tale da non ritenerli pronti al professionismo. Saranno state considerazioni “viziate”? Lasciamo ai posteri la risposta. Nel frattempo diamo il benvenuto a Rodrigo Boisfer. Contro l’ex Buttu a Imperia ci si attende una pronta riscossa. Orgoglio e grinta al Vado dei miei ricordi non sono mai mancati.