Albenga. Oltre ad una nutrita delegazione ingauna di appassionati della nautica e del mare, ci saranno anche alcuni espositori liguri al Salone Nautico di Venezia che verrà inaugurato mercoledì nella storica sede dell’Arsenale. Più di 300 le imbarcazioni esposte, per la maggior parte direttamente in acqua. Complessivamente i pontili attrezzati ad accogliere i visitatori saranno lunghi oltre un chilometro. Ben 270 le aziende presenti in una edizione del Salone che si annuncia pronta a battere il record delle trentamila presenze avute lo scorso anno nella quarta edizione della spettacolare kermesse del mare veneziana che chiuderà il 2 giugno. L’evento è organizzato da Vela spa per conto del Comune di Venezia con la collaborazione della Marina Militare Italiana, che offre un’opportunità di promozione unica al mondo dell’industria nautica italiana e internazionale.
Complessivamente sono 30mila i metri quadri occupati dalla rassegna, tra gli spazi espositivi esterni e le Tese cinquecentesche.
“Il Salone di quest’anno – spiega il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro-si affianca alle celebrazioni per i 700 anni dalla morte di Marco Polo, che ci ricordano le sue gesta ma anche quanto Venezia fosse inclusiva e capace di pensare in grande. Il Salone non è solo mercato, è anche e soprattutto un momento di scambio di saperi, di conoscenze di lavoro e di attenzione alla sostenibilità grazie agli approfondimenti sul tema del mare e su come preservarlo, dell’acqua che è vita, sulla natura”. Saranno presenti oltre duemila operatori del settore nautico, migliaia di giornalisti accreditati, con più di 500 persone dello staff organizzativo per un evento molto atteso. “Con il Salone Nautico – commenta il direttore organizzativo Fabrizio D’Oria– Venezia si sta candidando a diventare un centro permanente per la nautica. Quello che abbiamo visto in questi anni di crescita costante, quantitativa ma soprattutto qualitativa, è di essere riusciti a dare quel messaggio di opportunità commerciale e internazionalità. Lo abbiamo visto sia con i cantieri italiani che ci seguono fin dall’inizio che con gli esteri, che hanno colto la nostra capacità di rivolgersi al mercato orientale”.
Claudio Almanzi