Il Ct Spalletti al workshop UEFA di Dusseldorf: “Favorevole all’allargamento delle rose a 26 convocati per EURO 2024”

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organizzato dalla UEFA con le 24 nazionali finaliste è stata incentrata sulla questione del numero dei calciatori in rosa. Nella sessione Refereeing/Football sono intervenuti 20 Commissari tecnici su 24, che si sono confrontati tra l’attuale previsione del regolamento a 23 e il possibile allargamento a 26, come era accaduto a EURO 2020 in epoca Covid e come da proposta di alcuni tecnici.
Il Ct Luciano Spalletti, presente all’incontro, si è detto favorevole all’opportunità, trattandosi di una competizione che si giocherà alla fine della stagione, con l’obiettivo di ridurre il rischio di infortuni visti i tempi ravvicinati tra una gara e l’altra, ma anche per favorire in questo modo la valorizzazione di un maggior numero di calciatori. La UEFA, preso atto della volontà dei Commissari tecnici, farà una valutazione complessiva e definirà i dettagli a proposito del numero di calciatori in rosa nella fase finale dell’Europeo al via il 14 giugno.
“Credo sia più giusto poterne portare 26, a patto che si dia poi la possibilità di averne 15 in panchina – le parole di Spalletti nella mixed zone riservata ai media -. Da parte della UEFA è emersa la possibilità di prendersi cura dei problemi delle squadre”. Inevitabile anche uno sguardo a quello che sarà EURO 2024: “Per quello che riguarda il nostro gruppo, manca ancora un po’ di tempo ma il lavoro sviluppato è già fatto, non avremo a disposizione altre finestre. In quella di marzo abbiamo lasciato a casa qualche giovane perché gli Under 21 erano impegnati nelle qualificazioni: il blocco di 15-16 delle amichevoli di marzo che sarà in rosa per l’Europeo sarà quello, ma avremo modo di valutare in quest’ultima fase della stagione chi farà vedere qualità”.
Un’Italia che in Germania difenderà il titolo: “Ma per essere competitivi e per la forza degli avversari dobbiamo fare ancora uno step ulteriore. Dentro la competizione effettiva, però, l’Italia sa sempre dare quel qualcosa in più”. Azzurri che in Germania, nel 2006, furono anche campioni del mondo: “Avere la storia a favore è un trampolino per i calciatori, ma dobbiamo riuscire a fare meglio di quello che abbiamo fatto per essere competitivi. Anche se non siamo al top e al livello delle migliori come ad esempio Spagna, Francia, Germania e Inghilterra, vogliamo lavorare per arrivarci. Il sogno di tutti è rivivere una situazione del genere, ma dobbiamo essere i migliori di tutti e non è semplice”.