AIAC. VIOLENZA NEL CALCIO GIOVANILE : E’ TEMPO DI MOBILITAZIONE

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La notizia dell’aggressione di un allenatore di 22 anni, Mattia Gallamini, da parte di una coppia di genitori di un suo giovane calciatore, classe 2013, avvenuta lo scorso week end a Mezzano, potrebbe essere di quelle destinate in fretta ad essere inghiottite dal rumore drammatico degli eventi sanguinosi di questo periodo. Eppure sarebbe sbagliato cedere alla logica cupa della violenza definitiva rispetto a quella di un’apparente “piccola” violenza quotidiana. La solidarietà a Gallamini, espressa dal sindaco e dell’assessore allo sport del paese, quella, diretta e sentita, da parte dell’Associazione Italiana Allenatori Calcio, assumono sicuramente un valore doveroso di vicinanza al tecnico ferito. “Prima hanno iniziato a inveire contro di me e contro l’altro mister perché avevamo sostituito il loro figlio (parliamo di Pulcini). E poi mi hanno dato una testata”.
È il racconto di un pomeriggio di follia dove nella frazione del ravennate i ragazzini hanno giocato contro i coetanei del Cervia quando è scattato un litigio feroce con una coppia di genitori. Il giovane allenatore è corso al Pronto soccorso per farsi visitare: “Credo di avere un dito rotto e un bernoccolo in testa”. Diventa però necessario aprire anche una riflessione operativa su quella che si delinea ormai come una vera emergenza educativa. Non c’è figura più vicina a quella di un insegnante quando si parla di allenatori di Settore giovanile. Formazione culturale, civile, di relazione, di socialità, di crescita avvengono sui banchi di scuola quanto sui campi di calcio. Da tempo il ruolo centrale dei docenti è sottoposto a un’autentica opera di disconoscimento e scardinamento, sempre più spesso ad opera di genitori fuori controllo, con ricadute pesantissime sul percorso di maturazione delle nuove generazioni. Episodi come quello di Mezzano sembrano il “naturale” allargamento di questo insano “conflitto” anche fuori dalle aule. Così come le numerose aggressioni ai danni di giovani arbitri chiudono il cerchio di un’urgenza di civiltà che scuote la base anche del movimento calcistico del nostro Paese. L’Aiac, come primo passo, intende farsi promotrice presso la Federazione, dell’istituzione di un Osservatorio per il contrasto alle violenze nel calcio giovanile, per avere il quadro reale del fenomeno. Con la Lega Nazionale Dilettanti e il Settore Giovanile e Scolastico dovranno poi essere implementate e rese più incisive campagne culturali di sensibilizzazione, da incrociare con quelle contro il razzismo, per cercare di arginare una degenerazione insopportabile del vivere comune.