Nel mondo del calcio c’è un unico giocatore che può essere considerato il più completo, è il portiere. L’estremo difensore, infatti, è l’unico fra i 22 in campo che difende la porta, difende lo spazio e ha anche facoltà di costruire gioco. Attraverso l’Evolution Programme è stata pertanto sviluppata una metodologia di allenamento per i portieri del settore giovanile. Tale metodologia si applica attraverso vari aspetti: i mezzi di allenamento, gli obiettivi tecnici mensili e le sedute nei Centri Federali Territoriali (CFT), così come nelle visite presso le società che aderiscono al progetto delle Aree di Sviluppo Territoriale (AST).
Entrando nello specifico, i mezzi di allenamento prevedono l’apprendimento e la ripetizione della gestualità, mentre gli obiettivi tecnici sono ciclici: difesa della porta, difesa dello spazio e tecnica podalica. L’attivazione tecnica specifica della seduta di allenamento prevede 3 differenti fasi: globale, analitica e situazionale. A questa segue il lavoro con il gruppo squadra, nel quale il portiere svolge le seguenti stazioni: uno small sided game, un gioco di posizione, una tecnica funzionale, una stazione di performance e due partite, una a tema e una partita CFT.
Il ruolo dell’allenatore dei portieri all’interno di questa metodologia è determinante: è lui a impostare il lavoro, dedicando lo stesso tempo a ciascun portiere coinvolto, analizzando le necessità di ogni atleta, lavorando di concerto con lo staff. Inoltre, utilizzando feedback descrittivi ha il compito di porre domande fornendo rinforzi positivi, riconoscendo anche i comportamenti privilegiati. Il preparatore dei portieri è chiamato infine a fare uso del tempo supplementare: si tratta di 15 minuti di allenamento aggiuntivi, durante i quali potrà decidere di lavorare con uno, alcuni o tutti i portieri a disposizione, impostando perciò l’attività su un particolare aspetto tecnico o tattico osservato nel corso della seduta, Un’impostazione simile deriva dall’evoluzione del ruolo del portiere all’interno del sistema calcistico. Un cambiamento che negli ultimi anni ha fatto sì che i portieri venissero inseriti in contesti nei quali, oltre a difendere la porta, debbano essere in grado di conoscere e costruire il gioco. La metodologia dell’Evolution Programme predilige attività situazionali, permettendo di avvicinarsi maggiormente al modello di gioco richiesto.
Home Rubriche Calcio e dintorni: lo speciale del CT Vaniglia Il giocatore più completo: il portiere e la metodologia d’allenamento nell’Evolution Programme