Quando Alba diventa “Caporetto”

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“Il calcio è l’ultima rappresentazione sacra del nostro secolo” affermava Pier Paolo Pasolini. All’indomani della clamorosa disfatta del Vado superstar (quello per intenderci che non più tardi di mercoledì aveva battuto il Città di Varese con tanto di “proclami” in allegato) contro il modesto Alba Calcio non possiamo contraddire il grande scrittore (semmai ne fossimo all’altezza) anzi la reazione dei veri vadesi a questa bruciante sconfitta dimostra ancora una volta quanto il calcio sia importante per il nostro paese, più di un semplice sport praticamente una religione tanto da avere valenze sociali. Se i precedenti due ultimi ko consecutivi per certi versi potevano starci, anche se stretti stretti (parliamo di Ticino e Fivizzanese)  quella maturata all’Augusto Manzo si presenta come “inaccettabile”. Di fronte una squadra proveniente da 3 gare 0 punti (con tanto di imbarcata da 7 reti con l’Alcione), stipata di giovani, in piena zona retrocessione, con la peggior difesa del torneo dopo quella del fanalino Borgosesia. Quando perdi partite come questa (palo e traversa dello sfortunato Donaggio, l’assenza del deus ex machina Lo Bosco, e chi più ne ha più ne metta, non c’entrano col ragionamento in atto) si abbandona il concetto di calcio vissuto come sport imprevedibile, ma si entra nei circuiti psicoterapeutici del nonsense. Sin dal triplice fischio dell’arbitro, si scatena uno psicodramma collettivo, in cui saltano tutte le dinamiche sino ad ieri foriere di successo.  Ecco che si comincia a parlare di disastro, di apocalisse, di tragedia, di fallimento sportivo. Facce da funerale si alternano a giustificare la caduta tanto inaspettata quanto crudele e voci rotte dall’emozione provano a sdrammatizzare pur senza riuscirci. Il nome o anzi il cognome (o forse entrambi), più pronunciato in questo momento è quello dell’attaccante di colore Steve Yanken (ex Standard Liegi e Cagliari, giovanili) che con il suo mancino, al 92′, ha pescato dal cilindro una magia di pregevole fattura imprendibile per tutti. Ora la domanda è perchè ci si debba occupare così tenacemente di una debacle calcistica, seppur drammatica e clamorosa. Churchill sosteneva che gli italiani perdessero le partite di calcio come le guerre e le guerre come partite di calcio, un’affermazione che ci rispecchia più di quanto pensiamo perché vi sono alcune partite di calcio e soprattutto quelle del Vado accampato nei pressi di Paperonia che sono particolarmente sentite, specie se a perderle (il che sarebbe perdonabile) non sono i talentuosi ragazzi del vivaio, ma gli assistiti dei tanti procuratori che frequentano Corte Tarabotto. La beffa del’ Alba avrà il potere di riportare tra i mortali i sognatori. A nulla è valsa la lezione di sobrietà e sano realismo impartita dal “saggio” mister Didu. Si è tornati alla mistificazione, visto che è cambiata la forma ma la sostanza è pur sempre quella (stupire con effetti speciali) e magari il trucco riesce alla grande nell’era di internet, visto che la parola più cercata su Google sugli smart e iPhone del circuito rossoblù continua ad essere Serie C (per chi guarda al futuro, speranzoso), seguita da We work well (siamo una squadra “fortissimi”). Poi però arrivano Viassi col suo balun di Langa, il vudù di Yanken e i duri legni di San Cassiano. E allora : Giro giro tondo, casca il Mondo, casca la Terra, tutti giù per Terra!