Sampdoria: “La maglia più bella del mondo”, il libro sulla casacca blucerchiata

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Un libro di storia. Una storia d’amore. La storia della maglia più bella del mondo, dei suoi quattro colori magici che fan venire i brividi, una maglia unica. Blu-bianco-rosso-nero-bianco-blu, sei capitoli per ripercorrere centoventiquattro anni di sport: i primi a nascere a Genova, i primi a giocare una partita di football in città. Perché la Sampdoria ha un padre e una madre. Dalle casacche della Sampierdarenese e dell’Andrea Doria a quelle blucerchiate del 1946, dall’avvento degli sponsor allo sviluppo dei materiali, dai nomi sulla schiena ad oggi (ballottaggio con il Venezia per la più bella della serie D), la storia della maglia è la storia del calcio. Oltre 250 maglie fotografate, 40 grafiche, racconti, aneddoti, curiosità e dati sulla divisa della Sampdoria. Il volume, edito da Sportmedia e scritto da Luca Ghiglione, è formato quadrato 21×21: oltre 200 pagine con la storia della maglia blucerchiata. Il prezzo di copertina è di 20 euro e verrà distribuito nelle edicole e nelle librerie di Genova, nelle librerie sportive di Milano, Roma e Pordenone, ma è disponibile ordinandolo anche sul sito www.edizionisportmedia.com e ricevendolo comodamente e casa. Sei capitoli (uno per ogni colore della maglia) che portano per mano il lettore nella storia del club e di quelli che lo hanno preceduto attraverso le casacche indossati da giocatori e portieri, cercando di raffigurarle tutte fotografandole, illustrandole e arricchendo il tutto con moltissime fotografie che ritraggono i protagonisti che l’hanno vestita in una carrellata amarcord che non può lasciare insensibile il tifoso sampdoriano. Per ogni periodo sono pubblicati anche tutti i nomi dei giocatori (divisi per decennio negli anni Quaranta, Cinquanta, Sessanta e Settanta, poi anno per anno dal 1979, con anche il numero di maglia dal 1995). Il primo capitolo è “Prima del 1946: da dove vengono quei colori magici”. Nella ricca introduzione storica l’autore ha voluto mettere i puntini sulle i su molti punti su cui non si è ancora approfondito abbastanza: la Sampierdarenese 1891 come club più antico di Genova, la nascita del calcio in Italia avvenuta a Torino, il primo campionato vinto dall’Udinese, la prima partita di football a Genova giocata dal Liguria (che poi confluì nella Sampierdarenese), gli “scudetti” dell’Andrea Doria. Quindi le prime maglie: la maglia della Sampierdarenese del ‘900 (la maglia più antica mai fotografata, probabilmente), le grafiche dell’illustratore Danilo Sonnante delle prime divise fino alla maglia verde dello spareggio di Bologna, casacca portafortuna con la quale i felsinei negarono la stella al Genoa… E ancora, le riproduzioni della maglia dell’Andrea Doria, della Dominante (la prima squadra di Genova a portare un grifone sulla maglia) e del Liguria. In chiusura, una chicca: due squadre giovanili del 1928 che vestivano una maglia davvero simile a quella blucerchiata!
Il secondo capitolo è “Dal 1946 al 1979: quando la maglia era solo la maglia”: la nascita della Sampdoria, le prime divise blucerchiate, le seconde maglie (grigia, quelle bianche, quella color “vinaccio”, quella arancione) e quelle dei portieri. Si arriva quindi al terzo capitolo, “Dal 1979 al 1988: arrivano gli sponsor”: alla storia blucerchiata si affianca la storia del marketing e del merchandising, con l’epopea Mantovani che coincide con le prime divise della Puma, della Nr e delle prime scritte Phonola. “Dal 1988 al 1995: Edoardo Raffinerie Garrone” è il quarto capitolo: il biennio con Kappa e poi l’Asics, le coccarde e lo scudetto, sempre sotto il marchio Erg. Quindi si passa a “Dal 1995 al 2004: maglie Asics con nomi e toppe di Lega”: il quinto capitolo dedicato alle novità dei numeri “da tombola”, ai nomi sulla schiena, a toppe e patch che affollano la maglia. Per la storia blucerchiata, è un periodo di discesa dai fasti del passato agli inferi della Serie B, con la risalita del team di Novellino nella massima categoria. Il sesto e ultimo capitolo è “Dal 2004 al 2015: Kappa secondo atto”, con il ritorno dell’azienda torinese come sponsor tecnico e il periodo delle famosissime Kombat. Infine, una ricca bibliografia che passa in rassegna i libri sulle maglie e i testi sulla Sampdoria, elenco preziosissimo per appassionati, bibliofili e tifosi. La storia è sempre quella dei colori magici. Il Guerin Sportivo l’ha eletta maglia di club più bella del mondo e la stilista francese Celine ha scelto i colori per un capo d’alta moda. Storia di quattro colori assemblati per fondere la storia e la tradizione, come già detto, di due squadre genovesi. Nel 1946 la biancoblù Andrea Doria e la rossonera Sampierdarenese si fusero per formare una nuova squadra di calcio. Nessuna delle due realtà voleva infatti perdere la propria identità e i colori bianco -rosso – nero (dove il rosso era stato ereditato dalla Pro Liguria) si mischiarono all’Andrea Doria. Il risultato fu una maglia capace di riportare le stesse tonalità partendo dall’alto, appunto un blu-cerchiato con una striscia bianca e al centro una banda rossonera. In mezzo a quest’ultima lo scudo di San Giorgio, il simbolo di Genova. Una maglia che ha conservato il suo fascino e originalità fino ai giorni nostri con vere e proprie chicche che hanno anticipato le tendenze dei grandi marchi sportivi. Curiosa è la storia della maglia rossa della Sampdoria, tra le più amate dai tifosi blucerchiati, utilizzata già negli anni ottanta e poi riadattata ai tempi di Gianluca Vialli e Mancini fino a quelli di Ruud Gullit, David Platt, Sinisa Mihajilovic e Sven Goran Eriksson. Secondo alcuni l’idea sarebbe nata proprio dai giocatori blucerchiati che in un post cena da Edilio, storico ristorante della società, dove i calciatori abbozzarono le modifiche da proporre alla Asics, lo sponsor tecnico. Colori che negli anni dello scudetto furono motivati in poesia dentro la canzone “Uno scudetto nel cuore”: “il mare ha proprio quel blu ed il bianco è quello del suo sale, il nero d’un temporale che s’allontana nel sole, se aggiungi il rosso del cuore andrai oltre i limiti dell’impossibile, in cima alla classifica, più in alto delle nuvole”. La maglia della Sampdoria è stata anche ispirazione per altre società che hanno scelto di rendere tributo alla società genovese adottandone i colori. L’esempio più conosciuto è quello dell’Amantea, squadra nata alla metà degli anni novanta dalla fusione tra A.C. Amantea Calcio ed A.S. Campora che grazie ad un presidente simpatizzante doriano adottò i colori sociali della Samp introducendo la maglia blucerchiata dalla stagione 1955/1956. Tributo anche alla Sampdoria da parte del Whitby Town, squadra inglese che ha ammesso di aver omaggiato i blucerchiati in quanto i giocatori e tifosi del Whitby sono soprannominati “seasiders”. Anche la Maceratese giocò in maglia blucerchiata mentre gli scozzesi del Dundee United, negli anni di Vialli e Mancini giocarono con una maglia simile a quella della Sampdoria al punto che Rod Stewart, tifoso del Dundee, si innamorò della Sampdoria seguendola poi anche a Marassi in alcune occasioni. Ad agosto 2012 la classifica del Guerin Sportivo ha piazzato la maglia blucerchiata al quarto posto generale, anticipata unicamente dalla maglia azzurra del 1978, da quella del Brasile del 1970 e da quella dell’Olanda del 1974. Una storia unica nel calcio italiano che ben si riassume con la scritta che da tanti anni campeggia nel settore distinti ad ogni partita casalinga dei blucerchiati al Luigi Ferraris: “Son quei colori magici che ci fan venire i brividi”.