Abbiamo tutti sotto gli occhi il buono, ottimo, per non dire eccellente campionato disputato dal Vado stagione 2022/23. Seppur con qualche caduta imprevista e con un finale non certo esaltante (3 sconfitte, due pari ed un’unica vittoria nelle ultime sei per un totale di soli 5 punti sui 18 acquisibili che avrebbero potuto condurre al secondo posto) la cavalcata dei rossoblù è certamente degna di nota. Così come più volte da questa rubrica si sono spese note positive e complimenti per il lavoro dello staff tecnico (con mister Didu artefice assoluto) e organizzativo. Non ultimo le prodezze dei “senatores” (Capra, Lo Bosco, De Bode) così come quelle dei nuovi e degli esordienti, sono state sempre debitamente sottolineate. A livello di prestazioni anche quella resa sul difficile campo di Brà è degna di nota in quanto spiana la strada alla possibilità di aggiudicarsi i play off posta season. Fin qui quindi tutto bene! Trova invece la mia immediata, attenta e pertinente reazione quella irrefrenabile tendenza all’enfasi che è connaturata all’interno del clan Tarabotto e che ritengo le nuoccia sia a livello di immagine che di appeal. Il patron, seppur encomiabile e lodabile per ciò che innegabilmente ha fatto in questi anni, se ritiene di rompere l’isolamento dalla comunità vadese di cui spesso si è lamentato (e che in parte è voluto) creando effetti speciali di matrice autoreferenziale non fa che ottenere l’effetto opposto. Sperticandosi unitamente al suo entourage nel mantra, ripetitivo e senza presupposti, del “abbiamo scritto la Storia”, non ottiene che tirare al cimento quanti, come il sottoscritto, sarebbero disposti a cambiare pagine, ma se provocati, non tardano a rispondere per le rime. E sì! Perchè il Vado una lunga e gloriosa storia la possiede dal 1913 e l’ha scritta a partire proprio dalla vittoria della prima Coppa Italia. Sono poi seguiti i campionati in serie C e i tanti giocatori vadesi, Felice Levratto a Valerio Bacigalupo, che hanno giocato in Nazionale. Nel 2003/4 (non nel paleolitico) disputò i play off di serie D ottenendo due pareggi contro la Lavagnese che gli sbarrarono la strada alla finale. Pertanto, il Vado di Storia, ne ha da vendere. Certo giungesse a trionfare in questi play a scapito della favorita Sanremese (indipendentemente dal valore che forse effettivamente hanno questi spareggi) scriverebbe una gran bella pagina che arricchirebbe ulteriormente la ricca serie di successi di cui è costellata la vita del club. L’augurio è che ciò possa accadere. Così non fosse resterebbe un anno da incorniciare. Ma come canta De Gregori sia ben chiaro che:
“La storia siamo noi, nessuno si senta offeso, siamo noi questo prato di aghi sotto il cielo”. Forza Vado sempre!