Hanno lasciato la partita prima del triplice fischio dell’arbitro per protestare, a loro detta, contro una condotta di gara “razzista”: il Ladegbuwa Fc, squadra partecipante alla Viareggio Cup di calcio giovanile, ha puntato il dito contro gli organizzatori del torneo con un post sui social. Dopo l’espulsione di due calciatori per la loro condotta sul rettangolo di gioco (basta vedere il replay per rendersi conto di come ci fossero tutti gli estremi a termine di regolamento) e dell’allenatore per proteste, i dirigenti della compagine africana hanno deciso di ritirare la squadra, facendo uscire tutti dal campo ancor prima del fischio finale.
Nel messaggio pubblicato in rete si fa riferimento a “buffonate”, a “vessazioni” e a “offese razziste” che sarebbero alla base della decisione di abbandonare, ma non è ciò che risulta dal referto del direttore di gara, che racconta di essere stato aggredito da uno dei nigeriani, per questo motivo squalificato per due mesi dal giudice sportivo. Il Ladegbuwa Fc è escito quindi al termine della fase a gironi dopo la sconfitta per 3-0 risultata decisiva contro la Rappresentativa di Serie D, un incontro disputato sabato 25 marzo nello stadio comunale “Libero Masini” di Santa Croce sull’Arno (Pisa). Ma il club africano non ci sta e ha spiegato in un lungo post su Instagram le motivazioni alla base della decisione di abbandonare il campo anzitempo. Ecco il testo integrale :
“Oggi abbiamo dovuto prendere una decisione difficile per proteggere la nostra giovane squadra da ulteriori abusi e abbiamo quindi deciso di fare uscire dal campo i calciatori per difenderli dalle offese razziste subite allo stadio”, si legge nel post. I dirigenti africani, tuttavia, si lamentano anche della condotta dell’arbitro per le “continue vessazioni subite dagli avversari tra commenti razzisti e contrasti maliziosi che sono rimasti impuniti, mentre il direttore di gara ha sventolato tre ridicoli cartellini rossi nei nostri confronti con l’obiettivo di garantire la vittoria alla Rappresentativa di Serie D”. E tutto per colpa del razzismo, ribadisce ancora una volta il comunicato. “È ingiusto per i nostri giovani abbandonare la competizione con la consapevolezza che ogni decisione nei loro confronti sia stata presa solo perché erano neri”.
Una versione differente rispetto a quella emersa dal taccuino del direttore di gara. Il referto parla infatti di una sospensione del match da parte dell’arbitro, spiega il giudice sportivo, “costretto dall’atteggiamento aggressivo e intimidatorio di un calciatore del Ladegbuwa, il quale lo colpiva al braccio facendogli cadere il fischietto e graffiandolo, provocandogli così una lesione personale”. Per questo motivo il nigeriano è stato sospeso per due mesi. La replica non è tardata.
“Il no al razzismo è il nostro credo quotidiano e non è solo uno slogan di facciata, come dimostra chiaramente la nostra storia”, replica il presidente del Centro giovani calciatori di Viareggio. “Crediamo altresì che il rispetto nei confronti delle istituzioni calcistiche sia presupposto fondamentale per il buon andamento delle partite di calcio e della manifestazione”, aggiunge ancora Alessandro Palagi. “Ribadisco che in campo certi comportamenti non sono giustificabili in nessun modo. Riteniamo quindi che ci debba essere una profonda riflessione da parte di chi ha voluto ‘sparare’ sulla manifestazione in maniera gratuita”.A rispondere è stato anche Luigi Barbiero, capo delegazione della Rappresentativa. “La Lega Nazionale Dilettanti e la Rappresentativa Under 19 si sono sempre distinti per attività di condanna a qualsiasi forma di razzismo. Avremmo meritato le scuse ufficiali” .