Avviene spesso, anche in altri settori (governi compresi) che per depistare l’opinione pubblica si cerchi strumentalmente di spostare l’attenzione su ambiti più marginali. Vorrei quindi, come si suol dire, “stare sul pezzo” e limitare la mia analisi semplicemente a quanto produce il campo.Niente sensazionalismo dunque o ricerca di responsabilità altre ma valutazioni su quanto i biancoblù stiano producendo in termini di risultati. Non mi pare infatti che il gruppo gestito da mister Frumento non sia in grado di potersela giocare con tutte come confermano in sequenza i tanti match in cui tutto resta in bilico o quasi sino al termine e mai vi sia una soverchia e manifesta superiorità avversaria. Ciò mi induce a ritenere che anche in queste “condizioni ambientali” centrare qualche obiettivo sia ampiamente alla portata. A detta di tanti tecnici ed addetti ai lavori che hanno a cuore le sorti degli striscioni e che lo seguono con attenzione (taluni addirittura proponendosi in prospettiva, se non nell’immediatezza) pur in questa situazione, definiamola “non ottimale”, con più attenzione ed acume tattico qualche gara si sarebbe anche potuta indirizzare meglio. Non è detto che perdere nel finale debba necessariamente equivalere ad una mancata o inadeguata preparazione atletica. Come non è detto che impattare dipenda sempre dalla mancanza di cambi. Anche in occasione della gara di coppa di mercoledì sera sul 2 a 0 ci si era portati sul 2 a 0 (e con il vice portiere Barbara schierato fuori dai pali come giocatore di movimento sulla fascia, magari preferito ad altri visto che non si era in 11) ma per l’ennesima volta prima la parziale rimonta poi i rigori hanno decretato l’uscita dalla competizioni. Sia chiaro che il Pra (secondo in classifica) è da tutti riconosciuto come una ottima compagine, sicuramente la migliore dal punto di vista delle individualità più che del gioco che esprime. Ma quando ti abitui a tenere costantemente la testa concentrata su quanto avviene “fuori” dal green accade che spesso perdi di vista l’immediato. In questo senso ritengo che l’allenatore (coach/manager per vocazione, già in altre circostanze) dovrebbe porre fine al ruolo di mediatore/interlocutore e dedicarsi maggiormente a quello di tecnico. Anche le dimissioni pre anticipate in virtù della prossima stagione non mi trovano in sintonia perchè penso che quei calciatori accorsi alla causa “Savona” proprio grazie al rapporto personale con Frumento (in qualità di garante) ben difficilmente troveranno gli stimoli per tentare la qualifica ai play già sapendo che con buone probabilità le strade si divideranno. Insomma vediamo di puntare a quanto si può ancora ottenere da questa stagione “atipica”, a partire dal ritorno con le Albissole in arrivo. Occhio ai ceramisti partiti con ben altre ambizioni. Tra le loro fila quel Gabriele Romano, vero spauracchio delle difese : bisognerà fermarlo. Ripeto : maggior attenzione a quanto avviene sul rettangolo.