Gianluca Vialli e la sua Cremonese : dall’esordio a Mondonico

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La precoce e sfortunata scomparsa del campione ha lasciato a tutti sgomenti a partire dai supporters di Samp, Juve e Chelsea. In particolare però è emerso il profondo legame che Gianluca Vialli coltivava con il suo amatissimo territorio con in testa Grumello dove è sito il castello di famiglia con l’oratorio che tutt’oggi ospita il campetto su cui aveva mosso i primi passi. Qui, in questo luogo della bassa padana, il bomber era di casa e in questi tristi ricordi nel paese dove erano le sue radici è un rincorrersi di ricordi. Lo si vedeva spesso camminare per le strade del borgo natio (poco meno di 1500 anime) il piccolo lembo di terra in cui sua famiglia è proprietaria della splendida tenuta Villa Affaitati. Luigi Tantardini, storico sindaco del paese (oggi 79enne, dopo aver guidato la comunità dal 1975 al 2005 e poi avere fatto il vicesindaco nei dieci anni successivi) rimembra : ” Suo nonno Giovanni era amministratore dei principi di Belgioioso i quali poi gli hanno ceduto la proprietà del castello che è diventato la loro residenza estiva. E’ stato un grande benefattore per il nostro comune e, in particolare, ha permesso la bonifica di numerosi terreni. Il papà di Gianluca, Gianfranco, faceva l’imprenditore, ed era il titolare dell’azienda Casitalia di Spinadesco (azienda che faceva prefabbricati) e la sua famiglia trascorreva le vacanze estive a Grumello. I primi calci a pallone, Gianluca, li ha tirati nel nostro oratorio e io me lo ricordo bene: si vedeva già che aveva una marcia in più rispetto a tutti gli altri. L’ultima volta che ho visto Gianluca era il 24 aprile del 2022 alla FieraGrumello quando il Comitato Volontari gli ha consegnato il premio “Agrumello”. Stava con i suoi familiari e mi ricordo che, dopo la cerimonia, l’ho accompagnato per un tratto verso l’auto e l’ho aiutato a portare il premio che era un po’ pesantino. Grazie Luigi, mi disse. Sai, mi sto curando, e sono un po’ debole. C’erano anche l’attuale sindaco Maria Maddalena Visigalli e il sindaco di Pizzighettone Luca Moggi. Proprio quest’ultimo gli consegnò un quadretto con il primo cartellino della Figc di quando, a 12 anni, aveva iniziato a vestire la maglia dell’A.S. Pizzighettone”. Dice Moggi : “Mi ha ringraziato e ricordo in particolare la commozione di sua mamma Maria Teresa, che era lì a fianco, nel rivedere quella foto di Luca bambino. ‘Verrò a trovarti a Pizzighettone’, mi disse Gianluca. ‘Va bene, ti accompagnerò allo stadio dove avevi iniziato a giocare’, gli risposi. Poi però non c’è più stata l’occasione”., quando Luzzara ti comprò per 500mila lire e qualche chilo di mortadella
Ecco i ricordi del suo primo allenatore (di pallacanestro, minibasket) Maurizio Mondoni, che a quei tempi studiava per diventare professore di educazione fisica  : “Magro, pieno di ricci, tanto da sembrare un cartone animato. Lo chiamavamo Topolino. Era un bimbo felice e simpatico. Io e Don Angelo Scaglioni lo abbiamo visto crescere all’oratorio Cristo Re. Allora i ragazzi si cimentavano in tutti gli sport, e Gianluca con il fratello più grande Maffo, prima del calcio tentò la strada della pallacanestro, ottenendo buoni risultati. Lui era polivalente, gli riusciva tutto bene ma era evidente che il suo talento maggiore era quando la palla gli passava tra i piedi, aveva qualcosa in più rispetto agli altri e negli ultimi anni quando capitava di incontrarsi, ci scherzavamo su in dialetto cremonese, mi diceva “Ciao Mondo, va fa ben a giocà a fubal“”. Gli anni di formazione, quelli che poi l’hanno reso il campione “Stradivialli“ con le maglie di Sampdoria, Juventus e Nazionale – l’ultima impresa la vittoria dell’Europeo nel 2021, conquistata da capo delegazione degli Azzurri – sono trascorsi sotto l’egida dei suoi fratelli più grandi, Nino, Marco, Maffo e Mila, ma anche tra le ragazzate che combinava con gli amici fraterni, Fabrizio Frittoli, Tiziano Ascani, Marco Nicoletti e i fratelli Pirri, che si ritrovavano al bar Rio e a tirare pallonate alle saracinesce dei garage in Via Toti. In ogni caso era più maturo e coraggioso rispetto ai ragazzi della sua età, tant’è che il Pizzighettone lo volle subito tra le proprie fila, poi arrivò Ivanoe Nolli, conosciuto da tutti come Babo, lo stesso che portò Cabrini a Cremona, e lo accompagnò dal presidente Luzzara. Vialli  esordirà poi giovanissimo a 16 anni in Serie C con i grigiorossi e con un carattere così forte, da entrare anche in contrasto con l’allenatore Vincenzi che lo aveva appena fatto debuttare in prima squadra ma è con l’arrivo del tecnico Emiliano Mondonico che è diventato un giocatore completo. Con il mister di Rivolta D’Adda è nato un rapporto di fiducia, di stima e di rispetto: le famiglie si frequentarono e negli anni il legame si fortificò sempre di più, tanto che Clara Mondonico, figlia di Emiliano, ha continuato a rimanere in contatto con Gianluca fino agli ultimi giorni. “Per me è stato un amico ma soprattutto un grande uomo. Da quando papà se ne è andato non avevo pianto per nessuno ma stamattina sono scoppiata in un lago di lacrime. Mi ricordo che si prendevano in giro di continuo, papà diceva “Sono io che ti ho fatto arrivare a questi livelli“ e Gianluca ribatteva “Se sei arrivato ad allenare piazze importanti è perchè c’ero io“ e poi si mettevano a ridere. L’immagine più bella di Gianluca e papà? Quando si incontravano da avversari sui campi da calcio, perché non sembrava che dovessero sfidarsi, poi con il tempo ho capito. Per mio papà Gianluca era rimasto il “bambin“, lo stesso ragazzino di Cremona in cui vedeva il talento del campione. Ora sono sicura che potranno farsi compagnia in cielo”, dice Clara commossa.