Tesi, antitesi e sintesi nello spazio filosofico biancoblù

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Nel partecipare alla conferenza stampa svoltasi in data odierna per fare il punto sulla situazione del Savona Calcio a serio rischio sgretolamento mi sono ulteriormente reso conto del netto distinguo che vi sia a livello giornalistico sportivo tra il cronista, l’opinionista e l’analista. La cronaca si basa sull’informare chi legge una vicenda che non conosce, dandogli una serie di indicazioni fondamentali per capirla (ed è per questo che in sé seppur utile e per certi versi indispensabile più di tanto non mi attrae). Ben altro è il mestiere del formulare un’opinione in merito ad un evolversi di accadimenti. Il termine è un puro neologismo, coniato dall’unione di opinione (derivante a sua volta da opinare, dal verbo latino ŏpīnāri) e -ista, suffisso derivante dal greco e indicante colui che ha ( o dovrebbe avere aggiungo io, visto che ciò non è sempre così scontato) una particolare competenza in una certa dottrina. Infine c’è l’analista, categoria in cui mi riconosco.Da quando la notizia non è più dominio esclusivo del giornalista ( cartaceo superato dagli on-line, on-line superati dai social), l’informazione non è più un servizio che cade dall’alto, ma è sempre più il frutto di una conversazione fra chi cerca di capire e scrive e l’utente che ne usufruisce. Nel dialogo simbolico tra queste due entità se ne intromette oggi una nuova, diversa dai primi due soggetti. Non umana, ma proveniente dal metaverso : l’algoritmo. «Se c’è qualcosa che sicuramente ha un’anima è proprio questo innovazione: non è un meccanismo neutro e induce al suo interno una meccanica di pensiero». Il problema è chi governa l’algoritmo e chi lo deve negoziare. La risposta per me è semplice: sono i giornalisti moderni che devono essere i veri illustratori, controllori e architetti dell’algoritmo.Questa premessa, che mi auguro scateni il dibattito, così come il titolo di chiara matrice hegeliana, si è resa necessaria per meglio inquadrare l’incontro intimistico avvenuto con il mister Frumento che a rigor di logica, non si è presentato né come portavoce ufficiale della Società né tantomeno come allenatore, visto che da sua stessa ammissione si è evinto che specie negli ultimi tempi ha dovuto occuparsi di tutt’altro. Se appellandosi al “senso di responsabilità” si è sentito in dovere di aprire il libro (intento apprezzabile) resta ancora da capire chi in realtà abbia convocato l’assise. Avrei desiderato che nell’ora di conversation si fossero toccati i punti cardine della magmatica vicende, ma non è stato possibile, sia per il metodo utilizzato da chi rivolgeva l’appello (accorato ma svuotato della dovuta ufficialità) sia per mancanza del fondamentale contraddittorio nelle domande porte. In pratica non si è trattato nè di un’intervista, nè di un comunicato con valore effettivo, ma di un j’accuse svuotato sin dalla partenza di contenuti nuovi in quanto continuum di una telenovela trita e ritrita. E veniamo all’introduzione, vale a dire alla citata triade dialettica. di Hegel La prima fase, tesi, è l’affermazione per lo sviluppo della conoscenza e dell’azione (spirito soggettivo). Direi che le carte sono scoperte e non occorre aggiungere altro. La fase successiva è la antitesi, critica o contraddizione di quanto sopra (spirito oggettivo). Lo striscione comparso ai bordi del glorioso Bacigalupo parla di per sè ed esprime il sentiment  di una tifoseria da riconquistare con azioni virtuose. La terza fase è la sintesi generato dalla critica dell’antitesi. È il processo di superamento della contraddizione (spirito assoluto). Su questo terzo livello mi concentro e concludo con alcune affermazioni/riflessioni destinate ad essere metabolizzate ed eventualmente condivise o contestate da chi legge, perchè è questo il compito del giornalismo libero:
1) dice il vero il presidente Cittadino quando asserisce che se non vi fosse stata la Vela Srl di Roma difficilmente la storia del Savona Fc avrebbe avuto continuità;
2) pur facendo la tara con l’inevitabile tensione che si sta creando intorno al “gruppo/squadra” e più in generale all’ambiente, ritengo giusto che i ruoli dell’azienda calcio debbano essere salvaguardati e che quindi l’allenatore debba operare sul campo senza ingerenze sul piano tecnico, così come il capitano rappresentare la rosa nei modi dovuti senza oltrepassare gli onori ed oneri della fascia;
3) l’ipotesi di una mancata prosecuzione del campionato non è plausibile, perchè il Savona è stato, è e rimarrà il Savona. L’appetibilità della sua storia e del suo blasone, l’importanza che riveste quale club di città capoluogo di Provincia (non c’è categoria che possa svalutarne il brand), la scommessa che alletta chi voglia scriverne una pagina epica, rimarranno inarrestabili;
4) magari a livello di soluzione del problema potrebbe ricercarsi il “Draghi” di turno, che per personalità, autorevolezza e competenza, riesca a far convergere sinergicamente le componenti attualmente impegnate nel “gioco delle parti”;
5) “È il giusto mezzo che bisogna scegliere, e non l’eccesso né il difetto, poiché il giusto mezzo è come la retta ragione dice.”  (Aristotele)