Addio ad Adorni, campione gentiluomo

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Se oggi scrivo ancora di sport il merito, o forse direte la colpa, è di Vittorio Adorni che conobbi da piccino per un suo periodo di vacanza ad Alassio. Erano gli anni nei quali la Riviera di Ponente, tra gennaio e febbraio si riempiva di squadre professionistiche che grazie al nostro clima, preparavano la stagione che stava per iniziare. Tra quei grandi nomi Vittorio Adorni che qui veniva premiato ad Alassio dopo il trionfo mondiale di Imola, il primo settembre del 1968 . Avevo sette anni ma quella fuga, insieme a Italia-Germania 4-3 dei Mondiali 1970, è sempre nitidissima nella mente, molto di più di qualche partite della rassegna iridata appena conclusa. Adorni, che vinse il Giro nel 1968, era popolare anche da chi non frequentava il ciclismo perché per la sua cultura ed eleganza fu chiamato a presentare , nei primi anni 70, un programma nel quale  incontrava personaggi della letteratura italiana. Fu anche commentatore per la RAI seguendo da vicino la splendida carriera di Pantani. E la scomparsa di Vittorio segue da vicino quella di altri campioni che se ne sono andati in questi giorni, rendendo lo sport e la vita di chi lo segue molto più triste. E allora consoliamoci che Vittorio, che con i suoi 84 anni ogni tanto si concedeva qualche pedalata, non ha smesso di correre ma ha soltanto cambiato percorso

Nella foto Vittorio Adorni con chi scrive questo ricordo