“Per le società dilettantistiche il vincolo sportivo rappresenta una necessità per la programmazione e per l’attività giovanile. Si tratta di una questione di sopravvivenza, che non è stata tenuta in considerazione nella formulazione e nella successiva approvazione dei decreti correttivi alla riforma dello sport, pur migliorativi dei decreto originario”. – ha dichiarato il presidente della Lega Nazionale Dilettanti Giancarlo Abete, intervenuto a Campobasso alle celebrazioni per il trentennale dell’istituzione del Comitato Regionale Molise.
“D’intesa con la FIGC – prosegue Abete -, abbiamo chiesto di poter posticipare l’abolizione del vincolo accompagnando questo processo dal 1 luglio 2023 al 1 luglio 2025, perché vogliamo scongiurare il rischio concreto del blocco dell’attività sportiva”.
Abete (LND) : “In riforma sport più considerazione per i dilettanti. Slitti l’abolizione del vincolo”
“Ho grande rispetto per le istituzioni, ma devo far notare come la legislatura appena conclusa abbia oggettivamente sottovaluto il mondo dilettantistico – ha aggiunto Abete – Non vi è stato il giusto supporto verso ciò che i Dilettanti rappresentano nel volontariato, negli investimenti nei vivai e nell’attività sociale. Rappresentiamo valori, non rappresentiamo interessi, non abbiamo né rendite né redditi. Per questo avvieremo un confronto serrato su questi temi con il nuovo Governo e il nuovo Parlamento”.
Di fatto però è già stata approvata dal Consiglio dei Ministri, con un decreto legislativo correttivo, la riforma del lavoro sportivo che prevede dal 31 luglio 2023 l’abolizione del vincolo sportivo, ovvero il vincolo che assume il giovane calciatore al momento della firma del tesseramento presso una squadra di calcio dilettantistica a partire dai 14 anni sino al compimento del 25esimo anno di età (sino ai 19 anni per i professionisti). Ma il provvedimento tocca anche istruttori, tecnici e sportivi dilettanti. Chi percepirà cifre sotto i 5mila euro all’anno non pagherà alcuna tassa (prima erano 10 mila), fino a 15mila verserà solo i contributi previdenziali, oltre i 15mila pagherà anche quelli fiscali. Per venire incontro alla società dilettantistiche il nuovo decreto prevede che fino al 31 dicembre 2027 la contribuzione previdenziale è dovuta nei limiti del 50% dell’imponibile contributivo e la prestazione pensionistica è ridotta in maniera equivalente.