L’ex straordinaria ala sinistra delle merengues anni ’50 e ’60 si è spento il 18 gennaio all’età di 88 anni. A renderlo noto, il club in una nota ufficiale: “Rappresenta tutti i valori del Real Madrid CF, ed è stato e continuerà ad essere un punto di riferimento.Il suo presidente e il suo Consiglio di amministrazione si rammaricano profondamente per la morte di Francisco Gento, presidente onorario del Real Madrid e una delle più grandi leggende del nostro club e del calcio mondiale” questo il comunicato. “Paco Gento” ha ricordato il club di Florentino Perez sul proprio sito ufficiale e su tutti gli account social “è l’unico giocatore nella storia del calcio ad aver vinto 6 Coppe dei Campioni (5 consecutive). Ha difeso la maglia del nostro club tra il 1953 e il 1971, e durante le sue 18 stagioni al Real Madrid ha vinto, oltre a 6 Coppe dei Campioni, 12 Leghe, 2 Coppe di Spagna, 1 Coppa Intercontinentale, 1 Coppa del Mondo Piccolo e 2 Coppe. latine. Al Real Madrid ha giocato 600 partite e segnato 182 gol. È stato internazionale con la squadra spagnola in 43 occasioni”. Oltre alla gloria sul campo, il Real Madrid commemora Gento anche per i valori che ha sempre incarnato una volta conclusasi la sua carriera da calciatore. “La figura di Paco Gento rappresenta fedelmente tutti i valori del Real Madrid, ed è stata e continuerà ad essere un punto di riferimento per il Real Madrid e per il mondo dello sport. I tifosi del Real Madrid e tutti gli appassionati di calcio lo ricorderanno sempre come una delle loro grandi leggende”. La storia di Gento al Real è di quelle che nascono quasi per caso e si trasformano in autentiche leggende. Il giovane Francisco non pensava minimamente di segnare in modo indelebile la storia sportiva del Real Madrid contribuendo da protagonista a trasformarlo in uno dei club calcistici più grandi di sempre. Da giovane, nato e cresciuto in una fattoria, sognava di fare il torero, tirando calci nelle giovanili del Racing Santander. Passato in prima squadra, però, gli bastò una stagione per dimostrare le sue qualità: esterno imprendibile, correva i 100 metri in poco più di undici secondi, divenne ben presto il mal di testa di tutte le difese spagnole, finché il Real non decise di acquistarlo. Un inizio difficile e turbolento: ‘Paco’ Gento non riesce ad esprimersi, gioca poco e male, il pubblico lo fischia. Finché Alfredo Di Stefano non decide di “adottarlo”: chiede (ed ottiene) dal presidente Bernabeu l’acquisto dell’argentino Hector Rial, mezzala mancina che riesce a migliorare Gento da un punto di vista tattico. E nasce il mito del Grande Real: con la “Freccia di Santander” in campo, i Blancos vinceranno cinque Coppe dei Campioni consecutive, più una sesta qualche anno più tardi, quando la generazione dei fenomeni avrà lasciato il passo ma non Gento (che si ritirerà solamente nel 1971, a 37 anni), ancora presente in prima squadra. E che porterà il Real a cavallo tra gli anni 50 e 60 a conquistare anche otto Liga spagnole.
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