Il pensiero va inevitabilmente al gennaio scorso quando tutto il mondo calcistico savonese (anzi permettetemi di dire nazionale, vista la portata del grande personaggio) si è stretto attorno alla drammatica notizia della scomparsa di mister Tonoli. Prima la rovinosa caduta, poi il terribile Covid, ed infine l’epilogo che nessuno avrebbe voluto.Da tutti, giocatori, allenatori, dirigenti, Giancarlo,è stato ed è, rimpianto per la maniera trasparente, autentica, onesta con cui ha condotto l’intera sua vita prima tra i pali ( in serie B nel “suo” Savona ed in tante altre blasonate società), poi in panchina (di successo in successo, vedi il miracolo Carcarese) ed infine come dinamico e combattivo presidente dell’Aiac, ruolo in cui è stato degnamente sostituito da Tonino Caprio. Quando giovedì 14 ottobre nella Sala delle Mostre della Provincia nel corso della cerimonia di premiazione dell’Atleta dell’anno 2019/2020 organizzata dall’UNVS (sez.Rinaldo Roggero) e dal CONI tra i vari riconoscimenti ho ricevuto l’inedito “Premio Giancarlo Tonoli” immediatamente ho provato tre sensazioni indimenticabili. La prima : quella di voler condividere la targa con quanti (ne sono certo) come me lo avrebbero meritato per l’amicizia, la stima ed il rispetto profondo che nutrivano nel “cordiale” mister Tonoli, vero maestro di sport e di vita. La seconda l’essere lusingato ed estremamente fiero che la giuria giudicante avesse intravisto nei miei ininterrotti 50 anni di carriera le medesime qualità che avevano contraddistinto l’opera di Tonoli, vale a dire la passione (in primis e su tutte le altre), l’impegno e la carica interiore. La terza il rammarico che ho provato prendendo definitivamente coscienza che non non ci potremo più avvalere della sua carismatica presenza e dei suoi saggi consigli. Quante volte nel suo sacro sanctorum del Bacigalupo abbiamo commentato insieme la prestazioni dei biancoblù, quante volte l’ho incontrato in Figc, quante volte ci siamo visti e confrontati a bordo campo o durante i tornei e le manifestazioni. L’ho negli occhi con quel suo sorriso leggero, la mente fervida, il carattere schietto e sincero. Che la terra le sia lieve MIster, la saluto con quel Lei che non è mai riuscito a togliermi dalla bocca, la porto nel cuore confidando di essere all’altezza del premio mi è stato conferito e che portando il suo illustre nome non può che obbligarmi ad esserne degno.