L’estate sta finendo ed un altro anno se ne va, per dirla con i Righeira. E per chi scrive di sport l’addio alla bella stagione significa lasciarsi cullare da tanti ricordi, bellissimi, irripetibili, anche malinconici. Una serie di successi ed imprese che ci hanno ridato fiducia e morale, facendoci nuovamente sentire il tepore del sole dopo che tutto sembrava avvolto dalle tenebre. Abbiamo iniziato tiepidamente il cammino venerdì 10 giugno, alla primavera che stava cedendo il testimone, con la prima vittoriosa partita della Nazionale di calcio. Poi la febbre è salita, arrivando altissima alle sfide contro Spagna ed Inghilterra. E mentre alla sera venivamo rapiti dal pallone al pomeriggio, per due settimane, ci siamo tuffati nell’erba di Wimbledon per sostenere il nostro magico Berrettini. Qualche giorno di pausa e poi i Giochi Olimpici, con quei dieci minuti di domenica 1 agosto con le perle di Jacobs e Tamberi, che citiamo a nome delle 40 medaglie conseguite. Non sazi ecco il titolo europeo nel volley donne e quello nel ciclismo di Colbrelli. Gioie infinite come infinita la malinconia di non poterle più condividere con genitori, fratelli, amici che questi anni bui ci hanno strappato via. Sarebbe stato bellissimo abbracciarci, gioire e piangere con loro. A volte, non so voi, ho però avuto l ‘impressione di non essere da solo davanti allo schermo, ma di avere ancora accanto quegli affetti. Magari giusto per il tempo con il quale Jacobs ha vinto i 100 metri, un attimo fuggente che adesso ci lascia insieme al tramonto di questa bellissima e malinconica estate.