Bebe Vio e il grazie alla Rai

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Bebe Vio, l’immagine simbolo del paralimpico, insieme al mito Zanardi, non ha tradito le attese e vinto, come cinque anni fa a Rio, il titolo nel fioretto. La scherma insomma, dopo le delusioni nelle Olimpiadi, trova il suo oro con un’atleta che ogni giorno va a medaglia convincendo i meno fortunati che un altro mondo è  possibile. Quante ragazze, e quanti adulti, si sono rimessi in gioco grazie a lei, combattendo depressione e rassegnazione dopo un incidente,  un intervento chirurgico. Quella sua energia ha contaminato tante persone e l ‘oro di oggi proseguirà questo compito.  Dopo aver criticato la RAI per gli svarioni ai Giochi, elogiamola in questo momento al contrario di tutte le emittenti a pagamento che si sono tirate indietro vedendo le Paralimpiadi come un fastidio, un corpo estraneo. Un dirigente di Raisport si è  spinto a dichiarare che nell’acquisto dei secondi diritti, Discovery avrebbe portato da cento a duecento le ore olimpiche della RAI per i Giochi a patto di accollarsi  le Paralimpiadi che certo non hanno purtroppo ascolti altissimi.  La RAI, una volta tanto dovrebbe sbandierare di essere un servizio pubblico e non, come le altre emittenti, di essere al servizio del denaro.