L’eterno dilemma di quando si pareggia una partita è sempre questo. Nel caso di specie se ci si riferisce all’incontro di recupero Chieri -Vado terminato a reti bianche, questi due punti di vista, somigliano molto alle teorie che stanno attorno al “bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto”. Certamente farebbe molto più comodo, anzi diciamo pure che converrebbe indicare lo scialbo pareggio ottenuto dalla Francomacaro band in terra piemontese al pari di un bicchiere mezzo pieno, visto anche i toni trionfalistici con cui è stato commentato.Si è perfettamente consci che altrimenti si entra d’ufficio a far parte di quella vasta categoria, più volte scomodata a vanvera dal clan Tarabotto di pessimisti, disfattisti, contro-rematori eccetera. Io non ci sto e mi ribello alla logica renziana secondo cui chi non la pensa come te diventa automaticamente un “gufo”. Per me, al netto di alcune considerazioni che mi appresto di seguito ad articolare, si è trattato ancora una volta di un “bicchiere mezzo vuoto” e pertanto in funzione salvezza di due punti persi. L’occasione (ennesima) era di quelle troppo ghiotte.Quando mai, si chiedono i tifosi più incalliti, il Vado reduce da 4 partite casalinghe un punto traballante, ne vinceranno una? Ma quale “punto utile”, ma quale “gestione delle emozioni”, ma quale “a tratti abbiamo fatto bene”! Roba da parolai di professione. Sei solo chiacchiere e distintivo, diceva De Niro ne “Gli intoccabili”. Ed è un’espressione calzante per quei personaggi (di cui ahimè l’entourage del Presidente è zeppo, new entry compresi) bravissimi a pontificare e fare sermoni, salvo poi rivelarsi pessimi quando si tratta di mettere in pratica sul serio e concretamente anche solo una minima delle cose di cui si vantano. In pratica, tutta apparenza, niente sostanza. Un modo di rappresentarsi che è l’opposto di quella ” vadesita’ “, tutta concretezza e spirito di sacrificio, da più parti rievocata (e spesso a sproposito). La squadra di Didu reduce da un vero tour de force (4 gare in 12 giorni), ha fatto riposare diversi titolari e non aveva nessuna velleità di classifica. Ricordo quindi al “novello” Ulisse che la tanto sospirata Itaca nel frattempo si è allontanata in considerazione del punto ridato al Fossano. Sperare che i sortilegi della maga Circe non si compiano in quel di Casale (prossima tappa inibita alla tifoseria ospite) mi pare quantomeno risibile. Come potrà la pur spietata ed ammaliante seduttrice omerica figlia del Dio Sole drogare il vino di Prammo, se a contrastare i suoi piani troverà le potentissime divinità baltico/lituane Andajus, Perkūnas, Žvorūna e il dio-fabbro Teliavelis? Poesio, Coccolo e Franchini sono un bel tridente per l’esperto Buglio, ma i verde stellati sono in salvo e senza patemi d’animo. Come a Chieri sarebbe il caso di tentare il colpo. Che sia la volta buona? Sarebbe l’ora! Tre punti d’oro, tre punti da dedicare al meraviglioso ed indimenticabile amico dei colori rossoblù Alberto Cafferata, gentiluomo d’altri tempi scomparso domenica, vessillo al vento, mai domo, mai disposto a piegarsi, sempre in prima linea ad incitare il suo Vado.Ci mancherai caro Caffe, bandiera e simbolo di un’era storica, di un sogno nel cuore che mai morirà, come il ricordo di te!