Jason Dupasquier dopo la morte del giovane ragazzo svizzero, la corsa del Mugello dovevano fermarsi.

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E’ una vergona civile e sportiva!. Non ci sono altri termini per definire la decisione dei responsabili, di dar luogo regolarmente alla corsa del Mugello dopo la tragica morte del giovane diciannovenne Svizzero. Gli stessi piloti, compreso Valentino Rossi avrebbero preferito non correre quella gara, ma fermarsi sarebbe stata la cosa più giusta e doverosa da fare. Purtroppo anche il motociclismo ha dimostrato di far prevalere le esigenze economiche davanti ad ogni cosa ,persino di fronte ad una tragedia che ha portato via la vita ad un giovane pilota sportivo. Troppo semplice risolvere con il minuto di silenzio ed il lungo applauso  prima della partenza, come tributo alla vittima. Anche Bagnaia, pilota della ducati , era favorevole a non disputare la gare per correttezza. Nonostante il disaccordo generale, i responsabili hanno deciso di non sospendere la gara, dimostrando cosi che la vita umana ha ben poco valore difronte agli interessi economici. Il giovane Depasquier non è stato certo la prima vittima del motociclismo ,sport molto bello e appassionante ma estremamente pericoloso ove la vita è sempre appesa ad un filo. Davanti a certe disgrazie bisognerebbe fermarsi e riflettere ,grande segno di rispetto.