Ho sempre paragonato Alessandro De Marchi, oggi maglia rosa del Giro, a quelle persone che, avendo competenza e professionalità, vengono superate da chi, con meno merito, trova l ‘aggancio giusto, la scorciatoia, la raccomandazione. Quante volte e’ andato in fuga Alessandro, sia nelle corse di un giorno e le piccole e grandi corse a tappe. Poi poche volte ha ricevuto il giusto, anche perché il suo ruolo e’ stato sempre quello del gregario, di mettersi a disposizione del capitano. Oggi indossa la Rosa, magari per un paio di giorni, magari dice qualcuno fino a sabato. Per la verità gli applausi vanno anche a Joseph Dombrowski che ha vinto la tappa, la Piacenza-Sestola di 187 chilometri, percorsa in gran parte sotto la pioggia. Afferma De Marchi ” Corro da quando ho sette anni, e oggi festeggio la giornata più bella della mia vita”. Poi la constatazione che fa riflettere ” Mi sembra di essere fuori posto, mi sento frastornato. Forse ricevo questo dono perché non mollo mai “, Quasi uno scusarsi, anche a nome di tanti altri se ogni tanto trionfa chi non usa trucchi scorciatoie ec altri espedienti. E non è ‘poco.