Un detto romano recita che i nati nel 1961 hanno deciso di venire al mondo perché i Giochi di Roma del 1960 furono così belli che valeva la pena venire al mondo….Come dare torto a queste parole considerato che, vedendo le Olimpiadi dal punto di vista storico, quelle di Roma furono davvero le più belle, dove si respirava un’aria di pace e la visione di un mondo migliore, un ‘utopia che svanirà quattro anni dopo a Tokyo e soprattutto a Messico 1968 ( e di queste due edizioni ci soffermeremo questa sera nel post notturno delle 23). Il Villaggio Olimpico rispecchiava quel clima e fu oggetto anche dei giornali rosa, impegnati a seguire la storia ( o non storia) tra Livio Berruti e Wilma Rudolph. Furono le Olimpiadi che segnarono in Italia l ‘apice del boom economico che si concretizzata con l ‘acquisto delle televisioni in quanto la copertura RAI fu per quei tempi straordinaria. Ospitando in casa i Giochi furono tanti, anche in chiave ligure, i giudici, massaggiatori, cronometristi che poterono seguire da vicino le gesta degli atleti impegnati in 15 giorni di gare straordinarie. E anche i giornali, che vivevano un momento magico, poterono mandare i loro inviati, tra i quali Ernesto Chiossone del Secolo XIX. Un altro grande giornalista, torinese e torinista, fu Gian Paolo Ormezzano, il mitico G.p.o., spesso in Riviera negli anni 70 per seguire le competizioni ciclistiche e poi ad Alassio nel 1982 come inviato per il raduno degli azzurri .E il suo racconto Olimpico la dice lunga su come furono quei Giochi “Tornai da Roma a Torino due giorni dopo l ‘oro nei 200 di Berruti. E fui proprio io, essendo pure lui diretto in Piemonte, ad accompagnarlo a casa. Altro che aerei, addetti stampa, manager. Puro dilettantismo olimpico destinato a sparire “. In chiave ligure furono i Giochi del Settebello, che conquistò un oro rimasto nella leggenda. Di quella squadra facevano parte Franco Lavoratori, nato nel 1941 e scomparso nel 2006. Faceva parte della Pro Recco, come del resto Eraldo Pizzo, nato nel 38, e che fu anima di quello splendido squadrone. Presero poi dimora a Genova altri due giocatori come Dante Rossi e Rosario Parmeggiani.
Tutti, di quei Giochi, ricordano anche il talento di Abdom Pamich che fu oro nella marcia. Lui militava nella Esso Genova e dispiace sottolineare che la sua impresa fu oscurata dai 200 di Berruti. Lo vogliamo ricordare noi e chi scrive, pure lui nato nel 61 e che di quel detto romano si sente parte.