Che la rosa 2020/21 del Vado Fc sia la più ricca numericamente e la più esosa a livello di budget messo a disposizione (ai costi attuali di mantenimento vanno aggiunti quelli già in parte sostenuti per i vari Pasi, D’Agostino,Sampietro, Lala, Corsini, Chicchiarelli, Vavassori e così via) è un fattore consolidato. Che in corsa si sia dovuto ricorrere per rinforzare in termini di competitività ad integrare due collaboratori come Cristiano Francomacaro (allenatore in seconda formato trasferta) e Marco Iovine (un ritorno gradito dai vertici, in qualità di coadiutore) anche. Che nonostante questi tentativi (giocati tutti sulla pelle del Presidente) nel girone di ritorno dopo 5 gare abbia un punto in meno (4) di quelli ottenuti all’andata (5) con la tanto vituperata e disconosciuta gestione Sonetti, pure. Che negli ultimi due scontri salvezza con le abbordabilissime Saluzzo e Derthona si sia riusciti ad ottenere uno sparuto punticino sui sei ampiamente alla portata, producendo complessivamente un colpo di testa del centrale di difesa Strumbo su angolo ( disponendo di ben 8 attaccante nel parco, tutti rimasti a secco) è sotto gli occhi di tutti. Che il peggior reparto arretrato del torneo sia stato vittima di due “distrazioni” (incassare due reti dallo stesso giocatore , Samuele Emiliano, nella stessa partita ed entrambi su incornata da inattiva, punizione e corner, è da Guiness dei primati) così come già successo recentemente guarda caso col Gozzano in casa e a Castellanza (pardon 4), a Arconate e a Legnano è oramai ordinaria amministrazione. Che si siano perse la cifra impressionante di 16 partite sulle 24 disputate, un record negativo che rimarrà impresso per sempre nella gloriosa storia calcistica vadese, nuovamente è un dato inconfutabile. Che a meno venti in media inglese la società rossoblù non si sia mai trovata nei suoi 108 anni di vita non era minimamente calcolabile nè preventivabile. Eppure a sentir parlare il “giglio magico” che aleggia attorno Luca Tarabotto pare ci siano chiari, netti ed evidenti segnali di miglioramento, che si esprime un buon gioco e che si sviluppino ottime idee e soluzioni, che ahimè, noi cultori dei meri “numeri” non sappiamo cogliere. Eppure, scusateci se insistiamo, pur riconoscendo di non essere all’altezza degli elevati standard di resa offerti dallo staff tecnico terz’ultimo in classifica (magari solo per ora visto che il Borgosesia ne deve recuperare due) abbiamo notato (è proprio vero che cerchiamo il pelo nell’uovo) che nelle trascorse 5 la distanza dalla sest’ultima si è portata a 11 punti il che al momento vorrebbe dire retrocessione diretta, la seconda consecutiva.Nemmeno i 5 Stelle vantano un flop così clamoroso. E sia ben chiaro che la colpa di ciò che sta avvenendo è tutta nostra perchè nella foga di voler criticare a tutti i costi perdiamo di vista tutta quella innumerevole serie di confortanti preludi (anzi di “premonizioni” si direbbe in shaman language) su cui occorrerebbe invece concentrarsi.Si dà il caso però che esistano Reti Streaming e Facebook e che questo inaspettato comfort tecnologico ci permetta di seguire minuto dopo minuto l’intero evolversi dei match. Ecco che, ad esempio, possiamo contare i tiri scoccati nello specchio della porta che al “Coppi” sono stati pari a zero, come le parate del piemontese bianconero Teti.Ecco che possiamo constatare l’impiego come esterni di sinistra di Boiga prima e di Barbetta dopo ha dato scarsi esiti. Ecco che verifichiamo come a far le spese della girandola di attaccanti arrivati per aiutare la causa ( Vignali, Pedalino, Bernasconi e il neo acquisto Sbarbati subito messo in campo dopo due soli allenamenti di gruppo) sia il promettente D’Antoni che, sempre dati alla mano (mi scuso per insistere su questa maledetti indici alfanumerici), risulta essere a quota 4 centri il capocannoniere del secondo peggior reparto avanzato del girone.Per non parlare dei diversissimi stili comunicativi adottati dai rispettivi staff contendenti. Da una parte la sobrietà, la misura e la contenuta soddisfazione del professionista normalizzatore Zichella che si prende i tre punti d’oro, ma frena l’entusiasmo e avvisa la truppa che si dovrà ancora crescere e di molto. Un mix azzeccato come la mossa strategica di aver infoltito il centrocampo con due play pur giocando in casa. Dall’altra (non se ne può più) la sfrontatezza cronica di chi sostiene di aver dato spettacolo, di aver disputato un grande incontro dove il pari stava addirittura stretta, di aver visto cose molto “interessanti”. Fatta salva la prestazione “monstre” del folletto Saccà che seppur godendo di una libertà di movimento eccessiva giustificata da una marcatura non proprio azzeccata anche se parzialmente giustificata (ai monferrini sono andati ko proprio i due terzini sinistri e pertanto l’ex savonese si è trovato in duello con un centrale spostato a latere molto compassato) ha sfoggiato ritmo e prestazione eccellenti, non so di altro cosa possa essersi notato visto che la difesa ha incassato i soliti suoi gol, il centrocampo non è pervenuto (Taddei degno di nota solo in quanto autore del calcio d’angolo da cui è scaturito il pari momentaneo, Gulli non pervenuto, Bernardini sostituito) e in fase offensiva l’innesto di Sbarbati apparso molto lontano dalla condizione standard ideale non ha portato i benefici previsti. Ora ci saranno due settimane per recuperare le forze ma soprattutto, come sperabile, riuscire a trovare il bandolo. Personalmente ritengo che l’abbondanza della rosa giocatori per questo staff tecnico più che una risorsa rischi di diventare un problema. Si sente vociferare in merito all’introduzione di un nuovo schema ed anche in questo caso penso che non si tratti di stabilire il modulo “ideal-tipo” ma piuttosto di incidere maggiormente in termini di mentalità e predisposizione alla lotta.E’ su questo terreno che a tutt’oggi specie in trasferta, il Vado si è fatto mettere sotto dagli avversari, perchè si sa che la presunzione non paga.Ad Argo nel 272 a.c.Pirro entrato di soppiatto con l’esercito in città, si ritrovò coinvolto in una confusa battaglia strada per strada. Una donna anziana, ma coriacea e per nulla disposta a cedere, vedendolo dal tetto della sua casa, gli lanciò una tegola che, secondo quanto si dice, lo colpì e lo semi distrusse, permettendo a un soldato argivo di ucciderlo.Speriamo che le tegole siano finite, considerato che ogni puntuale sconfitta dei rossobblù, anzichè essere esaminata, analizzata e vivisezionata per capirne i motivi e di lì ripartire, viene depotenziata del suo valore propedeutico e di fatto vissuta come episodica, fortuita, come una disgrazia improvvisa, come un episodio sgradevole del tutto inatteso che provoca danno e stupore. Con questo ventaccio di trasformazione (il vento del miglioramento) ho quasi il sentore per non dire il timore che altre tegole si stiano per smuovere da un tetto costruito senza pilastri portanti stabili. L’importante è che se ciò dovesse accadere la colpa non venga data, tanto per cambiare, ai soliti ignari “corvi” da pascolo.
Home Rubriche Calcio e dintorni: lo speciale del CT Vaniglia Sono bastate due “tegole emiliane” per abbattere l’esercito di Pirro