Leggo da alcuni giorni post e commenti su come sia ridotto il Valerio Bacigalupo, stadio nel quale sono state scritte importanti pagine del calcio italiano. E ricordo i tanti campioni che ne hanno calcato le scene, da Pansera a Prati, da Ghizzardi a Panucci e tanti altri che non scrivo, ma innamorato del pallone, conservo nel mio cuore, tra i quali mio padre che oggi avrebbe compiuto 84 anni e che fu un valente portiere di diverse squadre liguri negli anni 50. Ecco, vedendo il campo del Savona ma anche tanti altri sparsi per la Liguria e l ‘Italia viene da piangere a vedere lo stato delle cose. La memoria di una collettività non passa soltanto nei musei o nei libri, ma anche su come vengono tenute certe strutture. Poi penso ad esempio a Commisso, presidente della Fiorentina, e la sua voglia di costruire un nuovo stadio dove far crescere altre generazioni. Ma il suo progetto, come quello di Roma, naufraga in un oceano di carte bollate. E prendendo spunto dallo stadio di Savona mi rendo conto come la memoria sportiva del nostro Paese, il ricordo di campioni con i quali siamo cresciuti e presi ad esempio sia ormai svanito. Forse tocca a chi fa il mio lavoro ricordarli, ad iniziare dai calciatori che han reso glorioso il Savona. E magari qualcuno, leggendo quelle gesta, sara’ tentato di passare una mano di bianco.