I tempi sono cambiati e oggi alcuni vedono con un certo fastidio il Trofeo Laigueglia che attraversa le strade del ponente in un giorno lavorativo. Gli appassionati di ciclismo sono sempre molti, ma le statistiche parlano uno zoccolo duro composto da persone anziane che ti rispondono in un amen se dici loro chi erano Michele Dancelli, Franco Bitossi, Gb Baronchelli. I giovani amano le due ruote ma nelle espressioni diverse come la mountain anche se i dati di Eurosport, che ha una grande copertura sulle bici, parlano di tanti millenium a seguire le gare. Qui vogliamo soltanto ricordare che per comprendere l ‘importanza dell’evento sia necessario calarsi, con uno sforzo di mente, agli anni 70 quando il Laigueglia apriva la stagione ciclistica del calendario internazionale. Accadeva dunque che le migliori squadre italiane ed internazionali, con fior di sponsor, soggiornavano in Riviera già dopo le feste natalizie, con gran giovamento degli operatori turistici. Il ciclismo poi, in quegli anni di televisione in bianco e nero e con le trasmissioni che iniziavano alle 17, era sport popolare che divideva la passione degli italiani insieme al calcio e al pugilato. Il Laigueglia veniva trasmesso in diretta, con le telecamere mobili e il mai dimenticato commento di Adriano De Zan e per il Comune, che ne era il principale organizzatore, la cassa mediatica era fortissima, da appagare l’intera stagione. Faccio parte dei vecchi cronisti sportivi e ho ancora nella mente le vittorie di Eddy Merckx nel 73 e 74, lui che non era mai appagato di vittorie. A Laigueglia hanno vinto anche due leggende del ciclismo italiano, Michele Dancelli e Franco Bitossi ed uno dei grandi velocisti del ciclismo, Roger De Vlaemink che si impose nel 1980. Per quelle storiche edizioni si radunavano nei bar dei nostri comuni tanti appassionati, mentre il pubblico sull ‘arrivo stazionava già nel primo pomeriggio, con i fotografi Aldo e Fasano, oltre al toscanaccio Checcucci, pronti a darsi a spallate per mandare i migliori scatti ai giornali nazionali. E poi il telegiornale della sera, che andava in onda alle 20,30 forniva altri contributi letti in studio da Maurizio Baredson, icona del giornalismo sportivo di quei tempi. Infine la Gazzetta dello Sport, o come la chiamiamo noi appassionati La Bibbia, il giorno dopo aveva in prima pagina io commento della corsa. Ecco quello era il Laigueglia in anni dove gli eventi erano centellinati, il campionato si giocava alla domenica alle 15 e ci si accontentava della sintesi di una partita alle 19. Ora tutto e’cambiato ma, forse sarà la nostalgia canaglia, quegli anni non riescono a cancellarsi dalla memoria, forse perché sono troppo pesanti quelli che stiamo vivendo