Luca Santonocito il forte trequartista, cresciuto nelle giovanili del Milan e che dopo aver vestito casacche importanti in Lega Pro (Sudtirol, Renate e Monza) e in Serie D (Gallipoli, Borgomanero, Folgore Caratese, Monza, Milano City, Fanfulla e Caravaggio), a gennaio ha lasciato la Caronnese, dove ha militato in questa prima parte di stagione dopo aver collezionato 9 presenze impreziosite da 1 gol e 2 assist per entrare tra le fila oro blù.La sua doppietta, il suo show (poteva segnare anche il terzo e il quarto) hanno rappresentato una vera iniezione di fantasia nel 3-4-2-1 di mister Giovanni Livieri a testimonianza che se c’è chi se ne capisce basta anche solo un innesto mirato per cambiare volto ad una squadra.I lombardi concentrati, ben disposti e lottando su ogni palla (pressing sistematico sul portatore) si assicurati il successo già nella prima frazione di gioco e poi hanno gestito a dovere il vantaggio, facilitati dalle mosse vattelapesca mai azzeccate su sponda ligure.Un tourbillon di moduli e cambi che rendevano impossibile la lettura della gara terminata con 4 punte che davano le spalle alla porta. Solo la fiammata di Boiga (un mix tra capolavoro e scivolata/cross) nel finale ha “timidamente” (uso l’espressione adottata dal dg Battiston) riacceso le speranze, ma non è certo bastato a giustificare la condotta scialba e confusionaria dei ragazzi di Tarabotto.Ho sentito esternare a sproposito di una seconda frazione più agguerrita da parte dei rossoblù ma vorrei far presente a chi di dovere che in tutti i posti del mondo quando la squadra di casa finisce 2 a zero il primo tempo ci sta che nella ripresa contenga o per meglio dire “gestisca” il vantaggio concedendo “qualcosina”. Ora il girone di andata per il Vado si è concluso. Spendere e spandere un investimento importante (senza quantificarlo alla virgola, limitiamoci a dire, superiore ai 500 mila euro) e raccogliere la miseria di 12 sui 57 punti a disposizione denota i limiti madornali della gestione tecnica.Con gli ultimi arrivi Vignali, Lipani, Barbetta, Piu, Bernasconi e Saccà il tecnicolor dovrebbe aver fatto bingo.C’è da disputare tutto il ritorno e l’unico aspetto psicologico a favore è quello che peggio di quanto si è riusciti a combinare sino ad adesso non sarà umanamente possibile fare.Con 32 reti incassate in 19 incontri (media 1.6 a partita) credo occorresse mettere a posto la difesa, ma è oramai risaputo da anni che la visione tattica del trainer di famiglia non prende in considerazione il “primo non prenderle”.Nonostante la distanza minima che separa vari club dal fondo, direi che Fossano e soprattutto Borgosesia specie alla luce delle sconfitte rimediate nei recuperi infrasettimanali rispettivamente da Pont Saint Donnaz e Legnano) rischino per giovane età e mezzi economici limitati di essere le candidate alla retrocessione diretta, mentre sul fronte play out bisognerà stare attenti a non perdere terreno onde evitare di non disputarli.Nel prossimo turno, quello di domenica 14 febbraio alle ore 14,30, Taddei e compagni saranno ospiti della Castellanzese, quinta in classifica al momento attuale ( nella prima di campionato finì 1 a 1 con il gol flash di Pasi).Per ironia della sorte l’abbondanza del parco giocatori potrebbe complicare specie nel reparto avanzato ancor più le idee, per cui diviene indispensabile cercare di trovare al più presto un assetto “equilibrato”.E’ prevedibile che verranno segnati più dei 18 goals del giro di boa, ma a quale prezzo?
E vai con la giornata del “calzino spaiato”
Sebbene sia giunta alla sua undicesima edizione, l’iniziativa oramai virale che unisce piccini ed adulti per la sua voglia di sorprendere è stata in un sol colpo oscurata dallo “sciamanico” Vado che si è esibito contro l’Arconatese rimediando l’ennesima (tredicesima su 19, per l’esattezza) scoppola (un 2 a 1 ben più rotondo come disparità di valori sul green di quanto non dice l’espressione numerica finale).Lascia sgomenti, al di là della sconfitta che è pur sempre grave se si considera l’importanza della posta in palio e la possibilità di dare continuità alla vittoria a scapito della Lavagnese (a questi punti da considerarsi “fortunosa”), l’incredibile serie di errori (di “calzini spaiati”) fuoriusciti dall’inesauribile cilindro magico dello staff tecnico rossoblù.Un bucato maldestro sin dall’inizio. Nemmeno lo scontatissimo tabù sacro dello “squadra che vince non si tocca” ha retto alla voglia di andarsi a complicare la vita. Far partire dal primo minuto il rientrante D’Antoni (inconsistente e non ancora ripresosi da problemi muscolari, di fatto poi sostituito al 58° da Barbetta) accompagnando la scelta con l’impiego di ben due terzini classe 2002 (Casazza e Lipani) sul difficile ed allentato campo in erba di Busto Garolfo
già la dice lunga sulla consolidata tendenza al “suicidio” calcistico/tattico dei nostri eroi.Per non parlare dell’attenzione e la cura riposta nel marcare