Se non ci fosse stata la pandemia le celebrazioni per ricordare l’evento sarebbero già iniziate, con un calendario ricchissimo. Invece il Covid 19 ha rovinato la grande festa dell ‘Ippodromo dei Fiori pronto a soffiare sulle trenta candeline. Era l’estate del 1991 quando sotto la presidenza del compianto Pierangelo Perego, veniva inaugurata la struttura ingauna, destinata ad essere (e forse qui le carte non sono state usate nel modo giusto) un punto di riferimento per il turismo ponentino. Trent’anni sono tanti e allora, solo per un breve amarcord, ricordiamo che da poco era andata in archivio la prima guerra del Golfo mentre in campo calcistico Italia ’90 era ancora una ferita aperta nel cuore di tanti appassionati di calcio. La Notte della Repubblica era alle spalle, ma la mafia stava preparando i terribili attentati a Falcone e Borsellino. La passione per gli sport extra calcio era ancora viva e l’ippica, per molti raccontata dall ‘eleganza di Alberto Giubilo, si collocava in una fascia medio alta. Trent’anni non sono pochi e oggi il quadro risulta profondamente cambiato: il mondo ippico da tempo vive una profonda crisi che la pandemia ha ulteriormente aggravato. Ma si va avanti, anche sempre come ormai da maggio scorso con riunioni senza pubblico e appassionati che possono assistere alle corse su Unire TV, canale 220 di Sky. Simone Lippi, toscano, da anni porta avanti con fatica, nel ruolo di amministratore delegato, il rilancio della struttura e l’eco dello sport ha il dovere di restargli accanto nelle celebrazioni dei 30 anni. E questo ricordando anche un altro grande personaggio che ha ricoperto quel ruolo, Alberto Ronchi, che aveva portato avanti il discorso di come la struttura potesse essere un ottimo binomio con il turismo. Tutto causa pandemia, sembra essere fermo, ma soltanto per poco ancora. Per ora si corre ogni lunedì senza pubblico ma un anno e’lungo ed il tempo per festeggiare risulta soltanto essere rimandato.