Pensare che Phil suo curriculum parla di grandi successi come la vittoria ai campionati italiani su pista dell’inseguimento, nel lontano 1973, di piazzamenti ad importanti classiche, in Italia e all’estero. Eppure vittorie e piazzamenti non sono serviti a cancellare il fatto che Bruno Zanoni, bergamasco ma da tantissimi anni residente a Laigueglia, sia ricordato per aver conquistato l’ultima maglia nera del Giro d’Italia, nel 1979. Quella maglia che gli organizzatori del Giro misero in palio per chi occupava l ‘ultima posizione nella classifica generale della corsa rosa. Primo a conquistarla, nell’edizione della rinascita nel 1946 fu Malabrocca che giunse con un ritardo di 4 ore su Gino Bartali. Zanonim non con un pizzico di malinconia ricorda ancora quellz maglia nera che, a pensarci bene, dava notorietà come quella rosa” Ma lo sapete che, per l’ultimo posto al Giro sono stato ospite di Mike Bongiorno e Raffaella Carra’, partecipavo a tanti circuiti, ero invitato da tutte le parti, Negli anni ’70 il ciclismo divideva con il calcio la passione degli italiani “. Poi certo non tutti vedevano soltanto l’aspetto divertente di quella maglia , qualcuno la considerava un’offesa alla professione ” Mi madre Speranza-aggiunge Zanoni- per esempio diceva che non era il caso di vantarsi per essere arrivati ultimi, dipende dai punti di vista. Io credo di averla presa in modo ironico tanto che negli anni successivi ho partecipato a eventi divertenti come il record dell ‘ora all’indietro “. L’ultima maglia nera del Giro, una volta lasciato il professionismo, non ha mai abbandonato il mondo del ciclismo diventando un punto di riferimento del Trofeo Laigueglia. Ma se gli chiediamo se nel ciclismo moderno la maglia nera potrebbe avere ancora un senso, risponde convinto: ” No, oggi quel ciclismo non esiste più. Oggi tutto e’molto serioso, a volte troppo. Credo davvero che ci sia un abisso dal ciclismo di quei tempi che, forse sarà la nostalgia canaglia, manca tantissimo”