Con tutta la volontà e con tutti i buoni propositi che pur forzatamente si cerchi di mettere sul piatto per non criticare ulteriormente la già sconsolante situazione di classifica in cui si è venuto a trovare il Vado gestione Sonetti (sparare sulla Croce Rossa non piace a nessuno, meglio stendere un velo pietoso su quella squadra che con un solo punto nelle ultime otto partite rischia di avere la striscia negativa peggiore d’Italia), avviene che quando si senta l’intervista a caldo rilasciata dal citato Ds nell’immediato dopo gara di Sanremo, non si possa fare a meno di controbattere, vuoi per un sano diritto di replica, vuoi per non rinunciare all’ indispensabile esercizio dell’onestà intellettuale, vuoi per riportare la farsa su di un piano di verità mettendo le cose al proprio posto. Non è accettabile infatti dopo aver perso la decima delle 15 sfide disputate, il terzo derby consecutivo dopo Sestri L e Imperia ed essere piombati al penultimo posto in classifica (solo momentaneo perchè il Città di Varese in ripresa deve effettuare ancora due recuperi) uscirsene sostenendo di aver visto una grande prestazione rossoblù poichè trattasi di pura ennesima mistificazione della realtà. La disperata e paradossale giustificazione dei continui flop supera i livelli che costerono l’esonero a Mazzarri nell’Inter. Se il buon Walter pensava di aver battuto ogni record c’è chi lo sta tranquillamente sorpassando. E per ribadire questa supremazia torno al titolo introduttivo del mio articolo. E sì perchè, quasi non bastasse, come riporto testualmente, l’ex ligorniano specialista in retrocessioni (in quel campo ne sa senz’altro più di noi) se ne è uscito con quel “abbiamo costretto i matuziani a chiudere in 9“. Qui è in caso di intervenire a meno che non si sia su “Scherzi a parte”.Posso anche rendermi conto che l’amaro “Farneticum” se non dosato possa creare effetti disattesi, ma se si introduce la voce del verbo “costringere” va fatto appropriatamente.Qui di costretti sinceramente siamo in tanti. In primis i tifosi vadesi costretti a rischiare il ridicolo.A ruota noi giornalisti, commentatori, cronachisti, analisti costretti ogni volta a chiederci che film sia andato in onda.Se poi c’è qualcuno che mercoledì sia stato veramente costretto sono i ragazzi di Andreoletti, costretti (è vero) a vincere dopo mesi di digiuno e il mister la sua prima in quel del Comunale. Chi non baratterebbe tre punti con due cartellini rossi? Potessero scegliere penso tutti gli allenatori del mondo. Ne abbiamo prese, ma gliene abbiamo dette! Questa la sintesi.Peraltro non corrispondente, ma si sa che un ex arbitro è molto più interessato all’attuazione del regolamento che non hai risultati e a come essi maturino.Dragone, numero uno dei rivieraschi, ha riconsegnato la divisa intonsa al magazziniere nonostante fosse bianca e il campo allentato. Morale. In novanta e più minuti, zero, dico zero, tiri nello specchio della porta ricevuti (come già avvenuto in precedenza in più di un’occasione).Volenterosi? Non basta neppure questo. Perchè come la buona fede che è sempre presunta anche nel calcio l’impegno è la condizione minima necessaria, ma come nelle equazioni, di per se stessa non sufficiente. La difesa per un motivo o per l’altro prende sempre gol e Strumbo sistematicamente sostituito in termini di leadership sbarcato come il toccasana viene costretto ad accettare di essere trattato alla mercè di un comprimario. Catapano (altro acquisto dell’ultima ora) che sulla carta doveva risolvere i problemi a cui Alberto e Casazza (due 2002) non erano riusciti a trovare risposta appare molto lontano dalla condizione ideale e poco fluidificante.Gallotti ha fatto la fortuna in successione di Donaggio, Alfiero e Romano che ringraziano sentitamente (sono felicemente costretti a farlo,anche loro). Il centrocampo che manovra reggendosi sul pilastro Taddei (credo stia onorando la maglia e stringendo i denti) ma è prevedibile e scolastico e manca di quell’estro (D’Agostino se ci sei batti un colpo) che metta in condizione gli avanti di sfruttare palle invitanti. L’attacco è leggero e sterile e specie in trasferta poco o per niente incisivo.Ecco così stanno le cose! E domenica, tanto per completare, quella contro il modesto Casale (che è sedicesimo a quota 11 e per giunta imbottito di under), non può e non deve essere presentata come la “partita della vita” perchè dovrebbe calcolarsi niente più che come normale amministrazione per chi vuole salvarsi.Ci chiediamo che paura possa fare a chi dice ( a Genova li chiamano “parolai”) che si è forti, che si gioca bene e che si creano palle gol.I fatti indicano che non è così e nessuno può “costringerci” a crederlo. Bisogna dimostrarlo. Vi rinvio al prossimo numero salutandovi con un proverbio cinese (escludendone la matrice sciamanica) che ritengo appropriato : “Possiamo scegliere quello che vogliamo seminare, ma siamo obbligati a mietere quello che abbiamo piantato”.