Dove va lo sport Savonese

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Da recenti indagini risulta che l’età media degli sportivi italiani è 40 anni e solo il 35% circa dei giovani impegna il proprio tempo libero in attività organizzate, non solo sport. Tralasciamo lo sport greco antico, per spirito è più lontano da noi e che secondo Epicuro non era poi così limpido. Gli Italiani degni figli di Roma, nonostante il celebre motto di Giovenale “mens sana in corpore sano” vedono lo sport più come spettacolo. Un profondo cambiamento avrà luogo con l’avvento di Cristo e l’introduzione dell’ etica cristiana ma a portare un vero elemento innovativo. sarà un Maestro di vita e sport quale don Bosco con i suoi nuovi principi educativi. Don Bosco condanna il sistema repressivo, che momentaneamente forse può sedare agitazioni o disordini ma ingenera amarezza e senso di ribellione e propone il sistema preventivo ove l’educatore si guadagna il cuore del fanciullo e il linguaggio del cuore consente di parlare al giovane durante l’educazione ma anche più tardi nella vita per esortarlo, consigliarlo, spronarlo. Sarà l’ardua palestra dello Sport che permetterà ai giovani di temperare l’energia spirituale,la libertà morale per giungere attraverso Figli di Roma sport circense, spettacolo come allora ora si guarda su Mediaset, Sky, più raramente si legge ma tutto ciò soffoca, nasconde lo Sport in particolare lo sviluppo dell’attività promozionale.
Il Coni con la autoregolamentazione per rivedere una elefantiaca struttura, si piange addosso prevista per il 2012 “siamo senza soldi”, che forse rientra nelle previsioni Atzeca e astrologica della fine di un mondo per consentire, speriamo, la strutturazione di una nuova e più efficiente realtà
Lo Sport Savonese implode per debiti, vedi Savona Calcio e Riviera Basket tutti preferiscono prendere atleti già formati magari esteri piuttosto che lavorare con il settore giovanile con la promozione sportiva
Se penso a “come era l’attività motorio-sportiva negli anni 50 – 60”, mi viene in mente la favola di Pollicino “eravamo tanto poveri ma ricchi di speranze, idee e volontà”. Sport veramente impostato sul volontariato, una sorta di “college” nostrano. I “Gruppi Sportivi” precorrevano i tempi, erano una vera e propria Società menageriale con propri bilanci, sponsor, attività e gare, impostavano le attività ed erano guardati, vezzeggiati, aiutati dalle varie Società Sportive che poi in occasione delle gare scolastiche “Studenteschi” se ne tesseravano gli atleti. Vera promozione, gare ridotte all’osso. Analoga valutazione può essere fatta per la pratica agonistica: era più umana, meno esasperata anche ad alto livello. Livio Berruti indimenticato Campione Olimpico fotografa la situazione “mi allenavo tre volte alla settimana, oggi si allenano tre volte al giorno”. I carichi di lavoro, a volte esagerati, non sono adatti a tutti, e questo porta a muscoli più forti della struttura scheletrica con conseguenti danni. La Scuola in questo dovrebbe essere Maestra, invece si diletta (sfoglia la margherita) in interpretazioni burocratiche sulla Direttiva Ministeriale convoco o no la Commissione che è base dei Giochi Sportivi Scolastici I problemi dello Sport essenzialmente erano e sono gli stessi: impianti, reclutamento, abbandono e arbitraggi. Forse, potrebbe essere la strada giusta, prendere ad esempio i vecchi “Gruppi Sportivi” e scuola-college con palestra gratis per le Società, offrendo ai ragazzi della Scuola e del territorio ( in Scuole Aperte) in orario post-scolastico un servizio sociale nel tempo libero e raggiungendo con il messaggio sportivo la quasi totalità dei ragazzi, evitando gli spostamenti che tanti problemi creano. La Scuola aiuta lo Sport , lo Sport aiuta la Scuola (insieme per i giovani). Non servono le sfilate, le passerelle che hanno snaturato il ruolo della Scuola, che è avviamento. La promozione è non partecipazione a mille gare o la selezione verbale/burocratica “che sport fai”. Anche per gli impianti, che dovrebbero essere consortili gestiti ed utilizzati da più Comuni, casi emblematici : Hockey da almeno 20 anni poteva essere sistemato a “Fontanassa” insieme a Atletica e Rugby, invece ancora combatte con progetti e scelte sede. In quanto all’Atletica la pista appena rifatta, pare non sia omologabile quindi inutilizzabile nonostante Coni, Federazione ed Enti Locali abbiano uffici tecnici ad hoc