Quante volte dopo i fatti tragici accaduti all’Isola del Giglio (Grosseto) il 13 gennaio 2012 ove è avvenuta la collisione e il conseguente disastroso naufragio della Costa Concordia si ci è chiesto se le colpe fossero tutte di Francesco Schettino, il comandante della nave finita contro gli scogli dopo che lui aveva deciso di cambiare la rotta. Certamente lui era apparso da subito uno po’ sbruffone, forse troppo sicuro di se, imprudente e spericolato ma come cita la sentenza di Cassazione nelle sue motivazioni in modo inequivocabile “non osservò il livello di diligenza, prudenza e perizia oggettivamente esigibile”.Rimane il fatto che di ufficiali sul traghetto ce ne erano ben 12. Possibile che nessuno si sia accorto di nulla? Che non abbia impedito quegli errori così evitabili? Ecco parto di qui per raccontare la batosta (se ne è perso il conto) del Vado targato Sonetti al “Pochissimo” perchè il 2 a 0 (frutto di altrettanti penalty trasformati magistralmente da Alfiero) ha radici lontane e non lo si spiega certo con sterili analisi tattiche, men che meno con un patetico “l’impegno non è mancato”.La vicenda è quella di un presidente, Franco Tarabotto, che nel mentre si è dimostrato nel suo lungo mandato un encomiabile investitore ed un generoso promoter (qualità attinte dal suo ammirevole bagaglio imprenditoriale) e che quindi è riuscito a dare alla Società un solido ed ammirevole livello organizzativo (figure come Emiliano Forzato alla Direzione Generale, Elena Gasti all’Amministrazione, Fabrizio Cabria alla Segreteria, ne sono la riprova, per non parlare del Settore Giovanile vero fiore all’occhiello invidiato in ambito professionistico), in qualità di manager sportivo (eccezion fatta per la cura e la lungimiranza dimostrate a riguardo dell’impiantistica suo vero e giusto pallino) non brilla certo per la capacità indispensabile nell’azienda calcio di sapersi scegliere collaboratori e consulenti competenti. Nella fattispecie non traendo minimamente frutto dal passato (quello più prossimo è va riferito alla scorsa stagione conclusasi con una bruciante retrocessione rimediata poi solo tramite ripescaggio) ha di fatto riconfermato gran parte dello staff introducendovi con tanto di pompa magna, pieni poteri e completa carta bianca il neo Ds Sonetti reduce anch’egli dalla “strambata” (tanto per rimanere in tema marinaro) di ligorniana memoria, creando così un mix esplosivo che innestato in seguito anche da sprazzi di autentico sciamanesimo, ha portato alla triste e rovinosa situazione odierna. Lo “score” (prendo in prestito un termine sciorinato con saccenza nella fatal Varese) negativo (un punticino risicato sui 21 a disposizione nelle ultime sette gare disputate) rimarrà per sempre nella pur gloriosa storia rossoblù. Taluni miei colleghi della carta stampata nel tentativo di individuarne le cause si sono indirizzati senza riserve verso la matrice psicologica (in maniera al limite del ruvido si è parlato di giocatori in “confusione mentale”). Altri hanno preferito una linea più morbida della serie : manca il guizzo, la giocata, il colpo risolutore. Il Pres non sapendo più a che Santi fare appello ha in successione inanellato le più suggestive e fantasmagoriche teorie : da quella del “male oscuro”, a quella della “inconcludenza”, per arrivare alla “sfiga” e alla “scalogna”. Ed è proprio continuando su questa strada che nonostante i suoi sforzi non ne riuscirà a venire fuori.Caricare le responsabilità di un fallimento di queste proporzioni sul gruppo giocatori (scusate se uso l’obsoleta parola “gruppo” o almeno questo è quanto considerano le molteplici voci che compongono la variegata truppa tecnica che va in panchina o che vi si pone nei pressi) è un errore madornale. Perchè in questa maniera non si capirà mai il vero motivo per cui si continua ad imbarcare acqua! Puoi avere strutture di prim’ordine, budget sontuosi, conti economici in ordine, ma se ti manca il “manico” non vai da nessuna parte. Con le bandiere della “vadesità” a sventolare al cielo, con l’arrivo dei reduci dalla brillante esperienza Savona (mi riferisco ai risultati ottenuti sul green), con il ritorno dei “ripudiati” Edo Capra meraviglioso protagonista del derby con la Sanremese e il castigatore Donaggio, più altri tipo Scannapieco, Sassari e Fazio, e qualche talento a km zero (giovani da valorizzare inclusi), si poteva essere lassù a giocarsi quei play off, di cui ho sentito (forse provocatoriamente) promettere un premio. Invece si persevererà (est diabolicum) nella giostra dei fenomeni in saldo, toccando il fondo, di sostituzione in sostituzione. Dai vadesi ai ligorniani. Dai ligorniani (la vera scommessa vincente a detta del Ds) alle new entry dei “sudisti” per dare carattere. Se non si interviene dove occorre (ripeto : lo staff non è adeguato, attrezzato e coerente con la categoria della serie D) perchè è lì che sta il problema si dovranno fare i conti con l’algebra e nello specifico con la proprietà commutativa dell’addizione: vale a dire che se anche cambiamo l’ordine degli addendi il risultato non cambia.Con tutto il rispetto, già in estate un folto partito (di cui mi onoro di fare da simbolico portavoce) aveva manifestato apertamente riserve sul cosiddetto “piano dell’azzerramento”. Come non bastasse stando ad oggi (governo Sonetti bis) non si ritiene che Busti surclassi Luppi come portiere (e intanto si è dolorosamente perso Iliante). che Bernardini sia migliore di Sampietro (ha forse più quantità ma senz’altro meno qualità), che D’Agostino abbia la stessa classe pura di Pasi e che Pedalino (seppur appena esordiente) sovrasti Valenti.Quanto a Strumbo la sua sostituzione, con lo spostamento di Tissone a centrale difensivo per far posto all’ingresso di Casazza in fascia sinistra, se non dipendesse da motivi fisici, ne scoraggerebbe il rendimento futuro facendogli pagare doppiamente dazio per il rigore causato all’8° del primo tempo.Adesso, a breve (esattamente mercoledì) un altro scoglio da superare si troverà sulla rotta del galeone dell’Invincibile Armata che nei pochi mesi di navigazione sonettiana è divenuto al pari di una scialuppa di salvataggio che annaspa.Ho avuto modo di vedere la nuova Sanremese di Andreoletti e devo dire che vuoi per il valore complessivo dell’organico, vuoi per l’ambizione dei vertici, vuoi per la bravura del mister che ho apprezzato in orbita Seregno e soprattutto Inveruno, si preannuncia un match da bollino rosso.Spero possa rientrare Gulli perchè il suo cipiglio da lottatore è indispensabile. Mi auguro che Taddei faccia la partita dell’ex anche se dovrà fare i conti con la gran voglia di rivalsa di Gagliardi e Castaldo, altri due con il dente avvelenato, tanto per cambiare.Continua a non convincermi la scelta di Boiga come quarto di destra nel presunto 4-4-2 di base ed inoltre non mi ha convinto l’assortimento d’attacco D’Antoni /Pedalino, magari è solo questione di tempo, ma mi pareva volessero contendersi lo stesso territorio.Concludo rivolgendo la mia preghiera al Presidente affinchè si decida (fin che è in tempo) a dare l’attesa spallata definitiva scacciacrisi. Viceversa, con la franchezza che mi contraddistingue (il rispetto, la stima e per certi versi l’affetto rimarranno, almeno da parte mia immutati) dovrò ammendarlo ricordandogli che :” Chi è causa del suo mal pianga se stesso”.Se uno si accontenta di giocare bene (o meglio, correggo : se uno sostiene di giocare bene, anche Trumph sostiene di non aver perso le elezioni)) e perdere questa non è roba che fa per me.Comunque sia, Forza Vado