L’annus horribilis 2020 è finalmente chiuso, dopo aver messo in ginocchio tutti i settori produttivi e non solo del pianeta. La Serie C, ovviamente, non ha fatto eccezione e, anzi, in questo ultimo anno ha dovuto fare i conti tanto con le vecchie problematiche, quanto con la nuova crisi causata dal diffondersi del Covid-19, che ha avuto effetti più nefasti sulla Lega Pro rispetto agli altri campionati professionistici italiani. E’ evidente che ad aver pesato in particolar modo sulla C, che non gode della visibilità di A e B, sia stata la chiusura degli stadi, che ha causato perdite milionarie in campo a club non strutturati per sopportare mancati ricavi così pesanti. Ma non è tutto, perché proporzionalmente alla riduzione della visibilità (che in Serie C è basata quasi totalmente sulla presenza del pubblico allo stadio, considerata la limitata copertura televisiva) è arrivata anche una riduzione degli introiti da sponsorizzazione, con le aziende che, un po’ per la minore visibilità, un po’ per far fronte alla crisi economica causata dalla pandemia, hanno tagliato gli investimenti nel mondo del calcio. E la Serie C, che per larga maggioranza vede i club lavorare con aziende locali, interessate a farsi pubblicità soprattutto nel territorio di riferimento, sta pagando un prezzo altissimo, che rischia di far crollare una volta per tutte il sistema. A maggior ragione se si pensa che, a fronte di queste riduzioni delle entrate, c’è stata un’impennata nei costi, dovuta alle inevitabili spese di natura medica alle quali i club stanno facendo fronte con cadenza quasi giornaliera. Quali i scenari che si aprono? Al momento è in corso una battaglia portata avanti dalla Lega Pro, con il presidente Ghirelli in testa, finalizzata a ottenere sostegno da parte del governo nei confronti dei club, che sono usciti martoriati da questo annus horribilis. Le richieste della Lega sono chiare: sgravi fiscali, incentivi alle aziende che concluderanno sponsorizzazioni sportive e supporto ai club con l’istituzione di un fondo che possa dare sostegno economico alle squadre. Senza questi provvedimenti, molte società, anche blasonate, rischieranno il default a causa delle enormi spese che sono state costrette ad affrontare – a partire da quelle mediche per tamponi e ritiri, fino a quelle di gestione ordinaria – e per l’evidente calo delle entrate. Insomma, senza un intervento deciso il 2021, paradossalmente, rischia di essere addirittura peggio del 2020, perché è proprio tra qualche mese che potrebbe avere inizio l’ecatombe di club con trascorsi gloriosi e blasonati.
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