In prima battuta, leggere la parola sport abbinata ad uno strano termine come divaning, neologismo coniato per chi trascorre la maggior parte del tempo in totale inattività sul divano, immagino possa risultare assurdo o provocatorio. Naturalmente questo articolo non riguarda tutti gli sportivi che, nonostante il lockdown, hanno trovato il modo ed il tempo da dedicare al proprio allenamento. Posso confermarlo in qualità di Istruttore di fitness che, dal fatidico febbraio 2020, ha rivoluzionato il proprio modo di allenare, seguendo gli atleti online. Sono numerosi e soddisfatti ma non è a loro che rivolgo queste osservazioni. Secondo il rapporto ISTAT 2017 sulla pratica sportiva, oltre 20 milioni di persone praticano uno o più sport con continuità. Sport con continuità (24/4%) o almeno saltuariamente (9,8%). E tutti gli altri? Prima della pandemia di COVID-19 la percentuale di circa 70% di persone inattive appariva già di per sé molto elevata. Le scuse per rinchiudersi nella propria COMFORT ZONE, ovvero non praticare attività fisica dandosi giustificazioni del tipo: non ho tempo, sono vecchio, sono grassa, non ci riuscirò mai, erano le spiegazioni più semplici e chiare per la propria riluttanza a fare esercizio fisico. Delle scuse, appunto. In epoca post- COVID-19 la percentuale degli inattivi sicuramente risulterà ancora più alta. Ai “pigri cronici” si aggiungeranno coloro che hanno perso fiducia in sé stessi a causa del difficile periodo vissuto. Questo è il fenomeno che più mi preoccupa e per il quale ho scritto queste considerazioni. Non si tratta più di semplice rinuncia la movimento. Si aggiunge un fattore molto più grave che si traduce in sensazione di fallimento personale e di indebolimento psicologico. La situazione drammatica che stiamo vivendo, unica e speriamo irripetibile, ha causato un disorientamento in tutti noi. Molti sono i soggetti ai quali non è possibile condurre la propria vita normalmente e che dopo tanti mesi di stop e limitazioni, stanno vivendo in uno stato di prostrazione e incapacità di reagire. In poche parole non si sentono Autoefficaci. Questo termine mi ha molto colpito.In qualità di tecnico sportivo non basta più comunicare che lo sport è salutare, si tratta di fornire uno strumento, come la necessità del movimento, per fissare degli obiettivi personali e provare a raggiungerli. Si devono spronare i soggetti a rimettersi in gioco e riprendere coscienza delle proprie risorse e capacità. L’oggettiva importanza del movimento è sempre stata da noi sportivi tradotta sinteticamente in questi vantaggi:
Miglioramento della capacità respiratoria
Rafforzamento muscolare
Maggiore elasticità delle articolazioni
Ottimizzazione del metabolismo
Sensazione di benessere diffuso.
Trovando lo stimolo per abbandonare i comodi cuscini e ponendosi l’obiettivo di recuperare una vita più attiva, ben presto ci si avvierà ad ottenere i suddetti benefici. Ad essi si sommeranno tutti i fattori derivanti da una riconquistata autostima, con effetti positivi sull’intera sfera personale. Per concludere, il divaning, soprattutto nelle forme più estreme, più che un soffice alleato dove rintanarsi per sfuggire alle difficoltà quotidiane, può diventare un nemico pericoloso capace di annullare le capacità di Autoefficacia e Resilienza. Il consiglio è di utilizzare il sofà solo dopo una bella sudata.
Questa è la via per ritrovare la capacità di resistenza allo sforzo sia fisico che mentale. Sarà una sferzata di energia positiva per fissare nuovi traguardi e ottimizzare ciò che al momento può apparire bloccato. Un corpo in salute ed attivo dona linfa a nuove idee e motivazione per realizzarle in un momento in cui, per sfortuna o fortuna, occorre necessariamente reinventarsi