C’era molta attesa nell’aria e in special modo all’interno dell’ambiente calcistico vadese. Il via al campionato di Serie D (stagione sportiva 2020/2021 : quella della pandemia,per intenderci) vedeva infatti il Vado, quale unico club a rappresentare l’intera provincia savonese nel torneo interregionale (esattamente nel girone A, un raggruppamento, a venti squadre, che è costituito, oltre ad altre altre quattro liguri, da otto compagini piemontesi, da una formazione valdostana e da ben sei lombarde) dopo i fasti delle non lontane edizioni in cui oltre al Savona (probabile ripartente dalla prima categoria e con nuova denominazione sociale), vi militavano realtà quali il Finale e l’Albissola.La novità più ghiotta era però verificare i primi frutti dell’operato del neo ds Davide Sonetti (ricordiamo che da quest’anno tale ruolo deve essere obbligatoriamente ricoperto da una figura accreditata a termini di regolamento) al quale il presidente Franco Tarabotto (grazie ancora per quanto ha fatto e sta facendo per l’impiantistica sportiva e l’organizzazione societaria) ha come si suol dire dato “carta bianca” per quanto concerne il mercato. Si è assistito così in breve tempo ad una vera e propria rivoluzione (imperativo : resettare) che al di là della riprogrammazione generale (si è parlato di un progetto triennale) avesse nell’immediatezza come “mission” principale l’evitare di ritrovarsi da capo a fare i conti con il rischio “retrocessione”. Le tappe di avvicinamento all’esordio ( Vado-Castellanzese 1 a 1) oltre alla naturale e prevedibile “ligornizzazione” filtrata attraverso l’arrivo dei vari Gallotti, Gulli, Lala, Valenti, Corsini) hanno visto il tentativo di dare esperienza e personalità al gruppo trovare sfogo nei sontuosi acquisti di Taddei e Sampietro completati dalla “ciliegina” Pasi, un vero e proprio lusso. A completare il
quadro giovani di belle speranze da valorizzare ( D’Antoni, Boiga, Casazza su tutti) e certezze che seppur ancora anagraficamente promettenti si possono già definire veterani come gli ex biancoblù Bacigalupo e Tissoni, il portiere Matteo Luppi, il figlio d’arte Chicchiarelli e il riconfermato Dagnino.Gasati dal ripescaggio, consci dell’investimento economico effettuato e pronti a dare battaglia per dimenticare i recenti e negativi trascorsi, i ragazzi di Luca Tarabotto hanno impattato alla prima, concedendo il pari ad una società che si preveda debba lottare per rimanere fuori dalla bagarre del fondo classifica. Certo si potrà anche recriminare per l’arbitraggio del signor Castellano da Nichelino (un rigore dubbio a favore dei “lumbard”, un altro solare negato, ed un gol regolare annullato con la complicità dell’assistente di linea)e per il palo spettacolare colpito dall’ex Samp Boiga, ma sta di fatto che conducendo in casa per 1 a 0 contro un avversario del tutto abbordabile (i varesotti dopo essere saliti due dall’Eccellenza due anni or sono occupavano a inizio lock down l’undicesima posizione nel girone B )e con le premesse anzidette, si riparte con la saga dei punti persi. In questo caso due, che alla fine della fiera peseranno, eccome se peseranno, nel bilancio complessivo.L’auspicata partenza con il piede giusto non è avvenuta e se dai crudi dati statistici passiamo al calcio “giocato” l’impressione è stata quella che i presupposti per l’ennesima chance sprecata (d’altronde lo staff tecnico non è cambiato di una virgola) siano dipesi dall’assetto tattico su cui si sta puntando (un 4-2-3-1 parecchio offensivo) e soprattutto dalla scelta dei suoi interpreti. Detto della difesa per certi versi inventata per esigenze dell’ultima ora, soprattutto a centrocampo alla lunga è venuta fuori la compattezza e la qualità del triangolo nero verde messo a protezione della linea a 5 formato da gente del calibro di Jordan Pedrocchi (migliore in campo tra le fila degli ospiti), Negri e Chessa. Sono state diverse le occasioni in cui il portatore di palla in percussione (Corti nel primo tempo e Negri nel secondo) non hanno trovato nessuno a schermarlo per via dell’inferiorità numerica in mezzo. Ora ci sarà una settimana per preparare la prima insidiosa trasferta piemontese a Gozzano sponda novarese del lago d’Orta, forse spossato dal match che andrà in scena mercoledì in casa del forte Casale.Preferirei un più bilanciato 4-4-1-1 con due linee più strette e Pasi a ridosso di Valenti, il che non vuole dire rinunciare a vincere ma come sapete sono un’amante dell’equilibrio soprattutto prima di darle ho imparato a non prenderle.
Vado-Castellanzese 1-1 (8′ Pasi – 28′ Chessa “Rig”)
Vado Fc : Luppi, L. Casazza, Gulli (73′ Dagnino), Sampietro, Lala, Tissone, Bacigalupo (79′ Corsini) Taddei, Valenti, Pasi (64′ Chicchiarelli), Boiga
A disp.: Illiante, A. Casazza, Ravera, Barisone, Alberto, Merlino. All. L. Tarabotto
Castellanzese: Cirenei, Marchio, Concina, G Perego, Alushaj, Marcone (79′ G. Perego), Chessa, Negri, Pedrocchi, Fusi (72′ A. Perego), Corti (67′ Giugno)
A disp.: Brusco, Ornaghi, Colombo, Bigotto, Mecca, Bertoletti, Manfrè. All. Mazzoleni